Preascolto di Sanremo 2022, ritmo e leggerezza: diamo i voti!

Preascolto di Sanremo 2022, ritmo e leggerezza: diamo i voti!
Qualche ritorno eccellente ed alcuni nomi più o meno spiazzanti nel cast del 2° festival ai tempi della pandemia, tutto all’insegna della spensieratezza e del piedino che batte a tempo. Musica fortemente radiofonica – come preannunciato da Amadeus – dove nessun brano presenta accenni più o meno concreti alla politica o al covid. Qui tutto è ammiccante (non necessariamente piacevole…) e la banalità è spesso concreta o dietro l’angolo. In molti propongono musica “leggerissima”: l’anno scorso il duo Colapesce-Dimartino centrò l’obiettivo, per questo 2022 temo che la cosa sarà più difficile. Tema centrale, vecchio come il mondo, l’amore, il sentimento-principe al centro di quasi tutti 25 i  brani. Con il beneficio delle modifiche che l’esecuzione con l’orchestra potrebbe arrecare ad ogni proposta, ecco tutte le canzoni in gara.

Achille Lauro – “Domenica”: Terza volta da concorrente (quarta con la variopinta ospitata dello scorso anno), con una robetta che sembra una cover di “Rolls Royce”. Soprattutto il testo rappresenta il suo “tallone” personale, quasi divertente da quanto è ridicolo: “150 dosi / Oh sì, sì / Fanculo è Rollin’ Stone”. Voto 4

Aka 7even – “Perfetta così”: Finalista ad Amici, presenta un brano pop dalle tinte rock, con cori finali in stile Coldplay. Testo non originale, struttura sonora accettabile. Voto 5/6

Ana Mena – “Duecentomila ore”: Con la benedizione di Rocco Hunt, con cui ha scritto diverse hit estive, la cantante spagnola, fra ritmi latini virati dall’elettronica, non convince. Voto 5

Dargen D’Amico – “Dove si balla”: Finalmente un pizzico di critica sociale e una cassa dritta che funziona da parte del cantautore-rapper, in grado di far ballare – distanzaiata – la sala dell’Ariston. Fra Lo Stato Sociale e Rino Gaetano. Voto 6 1/2

Ditonellapiaga e Rettore – “Chimica”: Incentrata totalmente sul ritornello, incontro generazionale fra gli anni ’80 (Rettore) e il mondo urban (Ditonellapiaga), un mix che funziona. Voto 6 1/2

Elisa – “O forse sei tu”: Dopo aver disertato il festiva dalla sua vittoria con “Luce”, con questa ballad pianistica dal ritornello epico si ripresenta in buona forma. Voto 6 1/2

Emma – “Ogni volta è così”: Un pezzo piuttosto triste, scritto da Davide Petrella e Dardust. Dirige l’orchestra… Francesca Michielin ma non basta. Voto 5

Fabrizio Moro – “Sei tu”: Dopo la vittoria con Ermal Meta nel 2018 grazie a “Non mi avete fatto niente”, il cantautore romano torna con una ballata sentimentale piuttosto scontata. Voto 5

Gianni Morandi – “Apri tutte le porte”: Torna a competere al Festival dopo oltre vent’anni, con lo slancio di un ragazzino. Una canzone spensierata, un pezzo godibilissimo, soul stile Motown con le trombe prese in prestito da Sexx Laws di Beck. Voto 6/7

Giovanni Truppi – “Tuo padre, mia madre, Lucia”: lontano 1000 anni luce dal mondo sanremese, raffinato e convincente, con un richiamo a De André, un altro a Battisti. Un alieno che convince. Voto 7

Giusy Ferreri – “Miele”:Inutile tormentone che rimane intrappolato su se stesso, sia nella musica che nel testo. Innegabile che il suo timbro vocale sia particolare, un vero peccato buttarlo puntualmente alle ortiche. Voto 4

Highsnob e Hu – “Abbi cura di te”: Dialogo sofferto tra il rapper spezzino e l’artista marchigiana con sfumature urban, oniriche sul finale. Voto 6 1/2

Irama – “Ovunque sarai”: Il trionfo dell’amore (come in un miliardo di altre canzoni), in questa ballatona piano & orchestra il “buon” Filippo Maria Fanti celebra il sentimento per eccellenza con una banalità difficilmente eguagliabile. Voto 4

Iva Zanicchi – “Voglio amarti”: Dieci Festival in c.v., una proposta nel pieno rispetto della tradizione italiana attraverso la quale si sale sulla macchina del tempo, in stile Ritorno al futuro. Sorprende la chitarra rock che impreziosisce il brano. Voto 6-

La Rappresentante di Lista – “Ciao ciao”: Sound da disco music Veronica Lucchesi e Dario Mangiarcina regalano una botta ritmica potente, senza prendersi sul serio. Non sfigurerebbero all’Eurovision. 6 1/2

Mahmood e Blanco – “Brividi”: Un’inaspettata ballata dal suono contemporaneo, un duetto profondo con il pianoforte e gli archi che la fanno da padrone. Non è un pezzo semplice e immediato. Meno male… Voto 6 1/2

Massimo Ranieri – “Lettera al di là del mare”: In un festival che guarda al futuro, una delle canzoni più belle è un trionfo del bel canto italico, evitando sfumature anacronistiche. Ranieri lascia il segno. Voto (bravo) 7+

Matteo Romano – “Virale”: Direttamente da Sanremo Giovani, un brano che tenta di fondere, dal punto di vista del testo, la tradizione del cantautorato italiano a suoni più contemporanei. Esperimento fallito. Voto 5

Michele Bravi – “Inverno dei fiori”: Parte con un sussurro e poi cresce.  Bello l’arrangiamento degli archi che donano un po’ di magia. Voto 6

Noemi – “Ti amo non lo so dire”: Un pezzo di Mahmood.. e purtroppo è palese che il vestito che indossa è stato realizzato da altri. Un crescendo che non arriva a lasciare libero il ritornello, più rabbioso, in cui spiccano i cambi di ritmo. Voto 6+

Rkomi – “Insuperabile”: La chitarra rappresenta lo scheletro di un pezzo notturno e potente. Fra i brani più belli. Voto 7

Sangiovanni – “Farfalle”: Stile adolescenziale, tanto ritmo e un ritornello facile facile. L’autotune non basta per essere alla moda. Voto 5

Tananai – “Sesso occasionale”: Un brano urban segnato dalla musica leggera tipicamente italiana, con qualche richiamo vintage. Senza infamia né lode. Voto 5

Yuman – “Ora e qui”: Si passa alla black music con il vincitore di Sanremo Giovani che spinge con la voce, ricordando un po’ Alex Baroni, fatte le debite differenze. Voto 6

Le Vibrazioni – “Tantissimo”: Chitarre hard rock, un pizzico di Matia Bazar e di Franz Ferdinad, coretti sul ritornello. Non male, nell’esecuzione live all’Ariston potrebbe crescere ulteriormente. Voto 6 1/2

View Comments (0)

Leave a Reply

Your email address will not be published.

Scroll To Top