Totò oggi avrebbe… 124 anni: “E’ la somma che fa il totale”!
Simbolo indiscusso dello spettacolo comico in Italia, Antonio De Curtis, in arte Totò, nasceva nel rione napoletano di Sanità il 15 febbraio 1898, in via Santa Maria Antesaecula, al terzo piano del civico 107. Antonio Clemente. veniva alla luce da una relazione clandestina di Anna Clemente con Giuseppe De Curtis che, in principio, per tenere segreto il legame, non lo riconobbe, risultando dunque per l’anagrafe “Antonio Clemente, figlio di Anna Clemente e di N.N“.
124 anni dopo, resta un attore simbolo dello spettacolo comico in Italia ma è anche giustamente considerato, anche in virtù di alcuni ruoli drammatici, uno dei maggiori interpreti nella storia del teatro e del cinema del nostro Paese. Anche drammaturgo, poeta, paroliere, compositore e cantante, in quasi cinquant’anni di carriera ha spaziato dal teatro (con oltre 50 titoli) al cinema (97 pellicole) e alla televisione (con 9 telefilm e vari sketch pubblicitari), sovrastando con numerosi suoi film i record d’incassi.
Inscindibile il suo legame con Napoli, città che ha sempre amato, tanto da dedicarle appassionate canzoni e poesie. Celebri sue ultime parole, quando, all’età di 69 anni, mentre si trovava nella sua casa romana: “Mi sento male, portatemi a Napoli“.
Totò non ha mai goduto di grande popolarità all’estero, lui stesso era consapevole della cosa e anche per questo coltivava il sogno di prender parte a un film muto, ritenendo che la comicità vada espressa essenzialmente con il linguaggio del corpo. Lo scrittore Luciano De Crescenzo affermava a questo proposito: «Di fatti: come è possibile far capire a un contadino dell’Arkansas cosa vuol dire “Sono un uomo di mondo perché ho fatto il militare a Cuneo”. O ancora: “a prescindere”, “eziandìo”, “mi scompiscio” o “tomo tomo, cacchio cacchio”?».
In pochi sanno che l’attore era massone: nel 1945 Totò fu iniziato in Massoneria nella Loggia Palingenesi della Gran Loggia d’Italia, in seguito fu il fondatore e Maestro venerabile della Loggia Ars et Labor.
Così magistralmente definiva il suo lavoro: «Non è una cosa facile fare il comico, è la cosa più difficile che esiste, il drammatico è più facile, il comico no; difatti nel mondo gli attori comici si contano sulle dita, mentre di attori drammatici ce ne sono un’infinità. Molta gente sottovaluta il film comico, ma è più difficile far ridere che far piangere.»