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INTERVISTA: nel suo nuovo album il rapper Anastasio propone la cura del miele

INTERVISTA: nel suo nuovo album il rapper Anastasio propone la cura del miele

Anastasio – al secolo Marco Anastasio – esce con un nuovo album Mielemedicina, nove brani inediti in uscita oggi per Epic/Sony Music. Il rapper di Meta di Sorrento, che si era fatto notare nel 2018 a X Factor (è stato in assoluto il primo rapper a vincerlo) e l’anno successivo come ospite al Festival di Sanremo, in gara poi nel 2020. Per promuoverlo al meglio, Anastasio partirà ad aprile col nuovo tour – organizzato da Magellano Concerti – che, in realtà, recupera le date posticipate del 2021.

Il tour 2022 di Anastasio

06 aprile 2022 BOLOGNA – ESTRAGON (recupero del 07 ottobre 2021)

07 aprile 2022 FIRENZE – VIPER (recupero del 08 ottobre 2021)

14 aprile 2022 MILANO – FABRIQUE (recupero del 14 ottobre 2021)

15 aprile 2022 VENARIA REALE (TO) – TEATRO DELLA CONCORDIA (recupero del 13 ottobre 2021)

22 aprile 2022 PADOVA – HALL (recupero del 17 ottobre 2021)

23 aprile 2022 TRENTO – SAMBAPOLIS (recupero del 16 ottobre 2021)

28 aprile 2022 NAPOLI – DUEL (recupero del 21 ottobre 2021)

29 aprile 2022 ROMA – SPAZIO ROSSELLINI (recupero del 22 ottobre 2021)

30 aprile 2022 ROMA – SPAZIO ROSSELLINI (recupero del 23 ottobre 2021)

I biglietti già acquistati in prevendita rimarranno validi per le nuove date corrispondenti.

L’intervista

Ci spieghi il senso del titolo Mielemedicina?

Tutto nasce da una frase dello scrittore latino Lucrezio: “Quando i medici vogliono dare ai bambini il ripugnante assenzio, ricoprono prima i bordi della coppa con uno strato di miele biondo e zuccherato, e il fanciullo imprevidente, le labbra sedotte dalla dolcezza, inghiotte nello stesso tempo l’amaro infuso e, ingannato ma non vittima, ne riceve forza e salute”.

Ma si tratta di un riferimento rivolto forse ai tanto dibattuti vaccini?

No, no… nessun riferimento alla pandemia, al dibattito sui vaccini, niente di tutto questo. Non amo piace fare riferimenti all’attualità, non sono un cronista. E sulla pandemia, francamente, non ritenevo di aver molto da dire  Sono vaccinato ma ne ho fino alla nausea di questo dibattito.

Scusami però se insisto sul tema… cos’hai fatto in questi ultimi due anni così travagliati per tutti? 

Sintetizzando ti posso dire che, sicuramente, li considero due anni di crescita, esplorazione e ampliamento. Per fare un nuovo album ogni volta ho necessità di essere nuovo io, di aver vissuto abbastanza per poterne scrivere.

Quindi di cosa parla il tuo nuovo album?

Per esempio… di cuori in vendita e miele. Mi sentivo pronto a maneggiare il tema dei sentimenti, della dolcezza, della luce oltre l’ombra. Avevo voglia di abbandonare il terreno della rabbia che apparteneva ad una mia fase più adolescenziale, anche se mi rendo conto che parlare di cuore e sentimenti è comunque un tema spinoso: il confine tra dolcezza e sdolcinatezza è molto sottile. Io ho cercato di evitare di cadere in determinati luoghi comuni perchè mi sentivo pronto ad affrontare un tema simile.

In alcune tue canzoni ci sono riferimenti molto densi, la Bibbia ma anche Charles Baudelaire e Charles Bukowski: da dove nascono questi spunti?

Innanzitutto a me piace giocare con riferimenti spirituali, religiosi, così solenni… perchè li considero estremamente forti dal punto di vista comunicativo, in grado di smuovere corde antiche che sono dentro ognuno di noi. Per quanto riguarda Bukowski e Baudelaire li ho utilizzati perchè dalla letture di alcune loro opere mi sono tornate indietro tante cose in termini di arricchimento personale, in questi anni mi hanno nutrito ed ho trovato nelle loro parole l’ispirazione per scrivere un paio di brani, Dea dai due volti con Baudelaire – nella quale come fossi lui dedico il brano alla sua musa Jeanna Duval – e Assurdo per Bukowski, che nasce da un suo verso che dice “Il dolore è assurdo perchè esiste”, contenuto nella sua poesia La tragedie delle foglie.

A proposito di Assurdo… il videoclip du questo brano contiene la metafora molto provocatoria del “compro oro-compro cuore”, con alcune scene nelle quali dal tuo petto vengono estratte tante cose diverse, delle paperelle, un cane, un contrabbasso, una chiave inglese. Rappresentano dei simboli particolari per te?

Era il tentativo di rappresentare il mio universo interiore attraverso degli oggetti, apparentemente sconclusionati e senza nessun nesso, con l’intento anche di ottenere un risultato divertente.

Nel panorama musicale attuale più giovane c’è una tendenza a comprimere tutto, dal minutaggio dei brani ai contenuti che vengono espressi, molto spesso tendendo alla superficialità, con scarsa attenzione alle parole. Nei tuoi brani questo non succede, i testi sono davvero la pietra d’angolo sulla quale si basa tutto. Come ritieni si possa evolvere questa situazione negli anni a venire?

Mi auguro che ci sia sempre più attenzione ai testi. Onestamente non ti saprei dire, me lo auguro… anche se non sono l’unico artista che pone questa attenzione particolare alle parole. Penso che ognuno che fa musica debba cercare e proporre quello che sente. Forse il mercato è un po’ saturo di canzoni piene di concetti, c’è tanta gente che le ascolta anche solo per distrarsi… ma c’è anche l’altro lato della medaglia, molti musicista che ricercano una specifica complessità e qualità nelle loro canzoni. La scena è molto variegata.

Come ti stai immaginando i nuovi concerti che inizierai a proporre ad aprile?

Sarò accompagnato dalla band in trio, come nel tour precedente. Sono molto ansioso di tornare sul palco, per ritrovare la gente che mi vuole bene e mi segue. Nel frattempo il mio repertorio potrà contare su molte più canzoni, quindi la scaletta che proporrò sarà decisamente più ampia. In un concetto… non vedo l’ora!

I suoi social

https://www.instagram.com/anastasio_quello/
https://www.facebook.com/AnastasioOfficial/

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