Svizzera: cade il baluardo storico della neutralità

Anche la Svizzera si appresta a sanzionare la Russia, adeguandosi alle azioni decise in questi giorni dall’Unione Europea, in seguito all’attacco sferrato nei confronti dell’Ucraina. Una notizia che rappresenta una svolta storica, rompendo la sua tradizionale neutralità di fronte alle guerre e coprendo anche una «falla» che avrebbe potuto aprirsi nella morsa finanziaria che l’Occidente sta attuando attorno a Mosca, giudicando inaccettabile il suo comportamento.

Fino pochi giorni fa la Svizzera si era mostrata piuttosto prudente nei confronti della strategia di Putin, limitandosi a stilare una «black list comprendente circa 300 cittadini russi e 4 banche, a cui aveva imposto il divieto di intrattenere rapporti d’affari.

In teoria, i numerosi oligarchi e milionari russi che dispongono di conti nelle banche elvetiche avrebbero potuto continuare ad operare, col rischio evidente che le stesse potessero essere considerate fiancheggiatrici indirette del regime russo. Una replica dello scenario della II guerra mondiale, durante la quale la Svizzera continuò a intrattenere rapporti economici con la Germania di Hitler.

Il fronte compatto creatosi in Europa (e non solo) contro l’invasione dell’Ucraina ha convinto anche Berna ad allinearsi, evitando il rischio di rimanere isolata, contro la richiesta dell’Udc (partito della destra nazionalista) che chiedeva di preservare la neutralità del Paese. La Svizzera ha deciso di fare sentire la sua voce, prendendo una posizione nello scacchiere delle potenze mondiali.

In attesa che vengano bloccati anche i conti monegaschi appartenenti ai bilionaires russi che hanno comprato sulla carta a 100mila euro al metro quadrato nell’isola galleggiante in costruzione, di fronte a Montecarlo. Chissà se il principe Alberto dimostrerà lo stesso coraggio della Svizzera visto che sa bene che l’alta finanza determina la crisi o la fortuna di un paese…