“Romina Power a 70 anni è da Oscar”: parola di Guillermo del Toro, che l’ha riportata a Hollywood – esclusivo
Romina Power, settant’anni da Oscar. Una vita intensa, in bilico tra commedia e tragedia, la pace trovata attraverso il buddismo e ora una corsa (inaspettata) al premio più ambito. Merito del regista messicano Guillermo del Toro, che con il suo noir La fiera delle illusioni-Nightmare Alley ha ingaggiato per un cameo la star e guadagnato quattro nomination tra cui quella a miglior film
UN CAMEO NEL NOME DEL PADRE TYRONE –
La storia è un remake dell’omonima pellicola interpretata nel 1947 da Tyrone Power (“Tirone”, lo chiamavano a Roma quando fu il tempo delle nozze con Linda Christian). Racconta Romina: «All’epoca la Fox non voleva che il suo attore simbolo si mostrasse in un ruolo negativo come quello di Stan, un finto medium imbroglione interpretato ora da Bradley Cooper. Mio padre dovette combattere a lungo ma ha avuto ragione: il film è diventato un cult». Del Toro ha pensato a Romina per una piccola partecipazione che ha il sapore dell’omaggio: «Guillermo conosceva Felicità e io avevo visto il suo capolavoro da Oscar La forma dell’acqua. Ci unisce l’amore per il Messico, terra di mia madre e di mia nonna, dove ho trascorso parte della mia infanzia. Da qui al ciak il passo è stato breve. Il regista mi ha voluto nei primi giorni di riprese come portafortuna e anello di congiunzione con mio padre. Poi, durante una scena, mi ha chiesto di sedere al tavolo con Cate Blanchett. Potevo forse rifiutare? È la mia attrice preferita».
“DA RAGAZZA MI DAVO DA SOLA ORARI E LIMITI”
Un film che per l’eterna ragazza hippie, 70 anni compiuti lo scorso 2 ottobre e un viso sorridente, luminoso, i lunghi capelli di sempre, è un rimando alla figura paterna indagata e ricostruita attraverso un bel libro scritto nel 1998. L’attore scomparve all’improvviso a 44 anni, quando Romina ne aveva appena sette e nessun ricordo di lui. Forse la sua vita sarebbe stata diversa, ha confidato, forse avrebbe continuato a studiare invece che frequentare il cinema. Ma è lì che la voleva la madre diva, incoraggiandola anche su alcuni set sexy che lei avrebbe volentieri evitato. «Eppure quei film non sono da buttare», mi confidò. «Il mio corpo, da giovane, non era male. E poi avere una mamma così aperta ti abitua a gestire la libertà. Non avevo orari né limiti, ero costretta a darmeli da sola». Molte le fasi turbolente del loro rapporto, ricomposto nei tre anni di malattia della Christian. Mi disse: «In quel periodo ci siamo baciate e abbracciate molto, molto più di quanto capitasse con me piccola. Ormai ero diventata la sua guida e lei la mia madre bambina. Aveva fede in me». La morte arriva nel 2011, Romina trova la risposta alle tante sue domande nel buddismo: «Ho sradicato la rabbia, è un veleno che non devo ingoiare più».
“SOGNO UN GIORNO CON YLENIA”
E Al Bano? «La gente ci vorrebbe insieme», disse lei in un’intervista di qualche tempo fa, dopo la reunion artistica. «È stato un vero amore ma oggi non devo spiegazioni a nessuno». Il desiderio più grande? «Se potessi scegliere, rivivrei un giorno con Ylenia. Un giorno qualsiasi ma che sia con lei». È la primogenita scomparsa a New Orleans nel 1993, 23 anni appena: «Non smetto di cercarla, il corpo non è mai stato trovato. Secondo me è finita in una di quelle situazioni da cui è difficile uscire». Il cuore non abbandona la speranza.
“SOLA? HO TRE FIGLI, TRE NIPOTI E TRE CANI”
A chi le chiede se si senta sola, risponde: «Non lo sono! Ho tre figli, tre nipoti (tutti nati da Cristel, ndr) e tre cani. E sono diventata mamma a distanza di tre bambini indiani. I corteggiatori? Ci sono. Ma non mi gioco la libertà per uno qualunque». Romina, che ha sempre preferito la canzone al cinema, non sopportando le lunghe attese al trucco o sotto i riflettori, ha la pacatezza di chi è in pace. Nessun ritocco né attenzione ai chili di troppo: «È solo il corpo, noi siamo ben altro», dice. L’età più matura non la scalfisce. Il 27 marzo sapremo se l’estetizzante film di Guillermo del Toro è veramente da Oscar. Per Romina sarebbe quasi un riscatto della carriera paterna che, pur leggendaria, non è mai stata coronata dal premio più prestigioso. Valgono le parole dell’ultimogenita Romina junior: «Ammiro la forza di mia madre, la resilienza, la capacità di evolversi». Se ci fosse un Oscar alla vita, sarebbe il suo.