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Fuori il decimo album di Fabri Fibra. Ed è tempo di fare “Caos”

Fuori il decimo album di Fabri Fibra. Ed è tempo di fare “Caos”

A 20 anni dal primo album “Turbe Giovanili” e a 5 dall`ultimo disco “Fenomeno“, Fabri Fibra è tornato per provare a mettere ordine nel su “Caos”. Ed è questo il titolo del nuovo lavoro discografico del rapper di Senigallia, artista da oltre 1 milione di copie vendute, considerato da pubblico e critica un pilastro della cultura Hip Hop del nostro paese. “Ho impiegato tre anni per scrivere questo disco”, commenta Fibra sui social, “per selezionare le giuste strumentali… ringrazio ogni singolo giorno di questi cinque anni, dall’ultimo disco, perché sono serviti a darmi gli stimoli e le idee per scrivere nuovi testi”. Diciassette tracce che raccontano Fabri Fibra in una sorta di viaggio nel tempo, nei ricordi e… nel caos. Ma che guardano anche avanti.

Metto ordine dove c’è disordine

“Questo è sicuramente un disco più personale, parla più di me”, spiega Fibra, che per la copertina del disco ha scelto un’immagine scattata sulla spiaggia di Grado: “E’ un modo per mettere ordine dove c’è disordine. Dopo anni di assenza dalle scene, avevo bisogno di tornare per mettere fine a quel caos interiore”. In un video su Spotify poi l’artista risponde a chi gli chiede perché a 45 anni contini a rappare: “A me dà sempre più gusto perché in realtà divento sempre più bravo”.

Una dichiarazione d’amore a ritmo rap

E “Caos” è anche questo, una sorta di dichiarazione d’amore all’hip hop e un manifesto in cui ritrovare i tratti distintivi di Fibra. Dal linguaggio sincero e diretto, uno dei suoi fiori all’occhiello, alla tecnica rap old style, a cui rende omaggio con barre crude, punchline, quel gusto del divertimento ironico e dissacrante che lo ha sempre contraddistinto e uno storytelling puro e lucido nella sua profondità.

Diciassette canzoni

Diciassette canzoni che parlano l’una con l’altra dei tanti temi centrali nella narrazione musicale di Fibra, dal successo e i suoi risvolti, al ritorno nel rap game, dalla fotografia dell’elettore disilluso, alla critica verso una società sempre più consumista (“El Diablo”), passando attraverso capitoli “politicamente scorretti” come “Cocaine”, “Noia” sulla noia della “routine, anche quando dorata”, i ricordi del passato con “Stelle” e “Pronto al Peggio” e “Fumo erba”, critica agli effetti negativi della marijuana dopo un uso prolungato o “Nessuno” una storia di “stalking narrata in prima persona” e “Liberi”, che parla dell’importanza di affrontare certi “momenti no” senza sentirsi dei perdenti”.

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