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Rock, pop, grinta e volontà: le tessere di un Mosaico vincente

Rock, pop, grinta e volontà: le tessere di un Mosaico vincente

Rock, pop, grinta e volontà: le tessere di un Mosaico vincente

Rock, pop, grinta e volontà: le tessere di un Mosaico vincente

Una chiacchierata multipla con la band dei Mosaico al gran completo, per capire meglio da parte di tutti e quattro i membri della formazione fidentina le loro aspirazioni, i loro sogni, il punto d’arrivo raggiunto fino ad oggi e le mete desiderate per il futuro. Una cosa è certa: si tratta di musicisti giovani con una gran voglia di arrivare!

L’intervista

D – Raccontateci in sintesi la vostra storia dall’inizio

È la storia d’amore più vecchia del mondo: quella di 4 ragazzini delle superiori che si chiudono in un garage per fare tanto chiasso coi loro strumenti. All’inizio è come sempre un gioco, è un passatempo e poco più, ma dopo pochi anni, nel 2019, abbiamo deciso (Simone, Alex, Matteo e all’epoca l’ultimo arrivato Alfredo) di fare sul serio, dedicandoci alla scrittura di brani originali, alla cura di una forte immagine, e soprattutto a condividere la nostra musica con più persone possibili.

D – Cosa è successo in seguito?

Da allora ci siamo portati a casa parecchi concerti nel nord Italia, in particolare nella nostra amata Emilia, 4 singoli e 3 videoclip ufficiali, e nonostante la difficoltà generale dovuta a questi 2 anni di pandemia (tra cui un piccolo cambio di Line-up), siamo arrivati alla formazione attuale: Simone alla voce, Alfredo alla chitarra, Alex al basso e Jack alla batteria. Tutt’oggi questo progetto rappresenta al tempo stesso il nostro più grande sogno e il nostro primo lavoro.

D – C’è stato un momento nel quale avete pensato di mollare tutto?

R – Abbiamo avuto tanti “alti e bassi”, questo è naturale, ma non abbiamo mai pensato di mollare, nemmeno per un secondo.

D – Il momento invece più esaltante da quando fate musica?

R – Decisamente la Milano Music Week del novembre scorso è stata un’esperienza unica. Tra le altre cose ricordiamo anche l’evento Best of Guitars alla Reggia di Colorno, insieme ad alcuni dei più grandi chitarristi italiani, e, perché no, qualche festa nelle nostre province, in cui la gente è particolarmente coinvolta e canta le nostre canzoni, quelle sono le serate migliori!

D – Quali sono i vostri gusti musicali? 

SIMONE – Abbiamo gusti incredibilmente diversi e ascoltiamo tutti tantissima musica, quindi sarà dura scegliere solamente alcuni generi, però, se devo sbilanciarmi, sicuramente dico il buon vecchio Rock ‘n roll, che mi ha formato fin da piccolo, soprattutto quello che va dagli anni 60 agli anni 80, ma anche la musica folk, l’elettronica, il soul…

ALFREDO – Sono nato con l’idea della chitarra distorta in mano e il rock dei vecchi dischi nelle orecchie, ma da qualche anno sto approfondendo molto il jazz, genere che sa e ha saputo dare molto per quanto riguarda melodie e canzoni

JACK – Io negli ultimi anni mi sono avvicinato parecchio al punk-rock e in generale alla musica elettronica, però nutro una grande passione per il macrogenere del pop, in tutte le sue sfaccettature.

ALEX – Anche io mi sono innamorato del jazz in questi anni di conservatorio. Come potete vedere è abbastanza difficile mettere d’accordo tutti e 4, ed è questo il bello.

D – I vostri testi riflettono la vostra età e i contesti che vivete ogni giorno. C’è un argomento, anche piuttosto coraggioso, col quale vi piacerebbe confrontarvi? 

ALEX – La possibilità di trasmettere un messaggio scritto tramite le canzoni e la musica è sicuramente una delle cose più belle ed affascinanti che di possano fare, quando però si vanno a toccare argomenti delicati bisogno dare attenzione ad ogni minimo dettaglio ed esserne fermamente convinti. Se ad oggi non l’abbiamo ancora fatto è perchè vogliamo aspettare il momento giusto, quando ne valga veramente la pena.

SIMONE – Per il momento ci piace molto trattare argomenti il più possibile condivisibili dal nostro pubblico, temi di tutti i giorni e non solo, mentre per quanto riguarda testi socialmente impegnati… per ora non ne sentiamo il bisogno, già tanti artisti li affrontano. Però in futuro, perché no?

D – Come nasce una vostra canzone? 

SIMONE – Non esiste una formula precisa, dipende dal momento e dalle esigenze. A volte si parte da un testo e gli si cuce addosso una musica, altre volte la musica è già dettata dalle parole, altre volte ancora si parte da una “jammata” in sala prove o da un riff e poi si aggiunge un testo.

ALFREDO – Una canzone nasce da una piccola idea, qualche elemento leggero ma valido, sia musicale che testuale. Dopodiché viene elaborato e ampliato in sala prove e a casa singolarmente da ognuno di noi per poter ricavare il massimo da una piccola e abbozzata cellula di partenza.

ALEX – È sempre una novità, e soprattutto siamo sempre noi 4, tutti insieme, a dare vita a un nuovo pezzo.

D – Avete visto Sanremo 2022? Che impressione avete avuto? 

ALEX – Personalmente questo festival mi ha “intrattenuto” di più rispetto agli ultimi anni, è stato un bello show, si sono scoperte delle nuove proposte molto valide e finalmente sono tornate a cantare assieme ai big.

ALFREDO – Ho visto dei personaggi nuovi, sia davanti che dietro le quinte (cercandoli sui social ad esempio). C’era tanta energia da parte di chi era nuovo e questo mi ha trasmesso positività e motivazione. Spero che potremo averci a che fare a breve

D – Come vedete il futuro dei Mosaico, ora che un “solco” è stato segnato?

Continueremo ovviamente ad aggiungere nuovi pezzi al “mosaico”, altri singoli stanno per arrivare, e perché no, il nostro primo album, sarebbe molto bello. Ah e di sicuro tanti tanti live, suonare dal vivo è la parte più bella di questa avventura.

D –  I vostri brani parlano prevalentemente d’amore, visto nelle sue varie sfumature. Pensate che si possa essere ancora credibili nel farlo? Se ci si guarda intorno sarebbe più facile parlare di odio, vista la negatività che ci circonda…

Crediamo che “parlare d’amore” abbia infinite sfaccettature. Ognuno di noi lo vive diversamente e lo ritrova nelle situazioni più personali. Dall’amicizia alla famiglia, da un rapporto a un’avventura, pure l’odio può essere trattato all’interno di un di testo d’amore. Pensiamo quindi che sia impossibile non parlare d’amore nell’arte e nella musica: è ciò che muove la gente, unisce, ha unito e unirà sempre tutti.

D – Qualcuno vi ha paragonato, in termini di atmosfera e di suoni, ai Maneskin: che ne pensate? 

SIMONE – I paragoni molto spesso lasciano il tempo che trovano. Però se s’intende un gusto vintage e rock nei suoni e nelle atmosfere… allora può farci solo piacere! Al di là di questo però siamo abbastanza diversi, soprattutto stilisticamente, a livello di immagine e di scrittura.

ALFREDO – Se la similitudine è riferita alla qualità e alla capacità di trasmettere attraverso le canzoni, penso sia davvero un bel complimento. Se dovesse essere riferito ad altro non credo che a qualcuno di noi interessi più di tanto. Per quanto riguarda la chitarra ho ispirazioni sicuramente simili ma anche molto distanti e i nostri pezzi in generale hanno storie e scelte musicali piuttosto diverse dalle loro.

I Mosaico sono naturalmente anche molto “social”

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