Marta Pasqualato da Uomini e Donne a medico di base nel suo Veneto: «Per i pazienti ho rinunciato al Grande Fratello»
È diventata famosa corteggiando Nicolò Brigante nel programma «Uomini e donne» di Maria de Filippi. Oggi Marta Pasqualato (29 anni), blogger e influencer su Instagram (sfiora i 320mila follower) è diventata medico di famiglia di 1380 pazienti a Martellago nel Veneziano. La giovane donna, che vive a Mirano nel Veneziano con il compagno, ha deciso di accettare una sostituzione fino al 15 giugno, come medico di famiglia ma spera di rimanere. «Il posto in cui sono rimarrà vacante – dice – spero di poter rimanere per dare continuità ai pazienti che seguo, mi sembra giusto per loro». Ora si racconta al Corriere Veneto in una lunga intervista.
Partiamo dall’inizio, quando ha deciso di diventare medico?
Ho sempre desiderato fare medicina fin da quando ero piccola. Non ho mai desiderato fare altro. Ho perso mio papà quando avevo 23 anni, 2 anni prima di fare “Uomini e donne”, lui non me l’avrebbe mai permesso. Ero a casa con lui, ha avuto un malore improvviso. Per me è stato un trauma, per molti anni non sono riuscita a parlarne, ho ricominciato da poco. E quando l’ho fatto mi sono resa conto che negli ultimi anni ho portato avanti questa cosa per lui. Non ci ho nemmeno pensato a cambiare lavoro.
Le avevano proposto altro?
Ho un’agenzia che mi segue. Naturalmente con la carriera che stavo intraprendendo si erano aperte delle possibilità. Mi avevano chiesto di partecipare ad altri programmi, ho anche fatto un provino per il Grande Fratello poi quando mi hanno chiamata ho rifiutato.
Perché?
Perché volevo fare il medico. Tutto quel mondo mi metteva un’ansia pazzesca, le persone ti insultano senza che tu abbia fatto errori. Non è un mondo facile. Adesso che mi sveglio ogni mattina alle 6 per andare in studio sono molto più felice di quando mi alzavo alle 11 per scrivere sui social. Il sogno di carriera di tutti sembra essere la popolarità sui social. Non li rinnego di sicuro, grazie a quelli mi sono pagata diversi anni di università. E non vengo da una famiglia abbiente. Non mi hanno fatto mancare nulla ma non navigavamo nell’oro. Mi ricordo bene quando ero piccola e c’erano le bollette da pagare.
Dove ha studiato?
Ho fatto un anno a Ferrara di ostetricia poi medicina a Firenze. A Firenze vivevo là, quindi si pagava anche l’affitto. A Milano e Roma avevo un mini appartamento per quando dovevo lavorare. Ho girato l’Italia per diversi anni diciamo. Però sono originaria della zona.
Cioè?
Sono di origine «campagnolissima», sono nata a Briana, vicino a Noale nel Veneziano. A 18 anni mi sono sentita stretta e me ne sono andata. Ho girato un po’ e poi sono tornata. Mi sono innamorata di un miranese, per colpa e merito suo sono di nuovo qui. Gli dico sempre che mi ha fatto tornare da dove sono partita.
A questo punto spera di rimanere?
Sì, il medico che sostituisco lascerà il posto vacante, spero di rimanere per i pazienti che sono stati a lungo sballottati ma avrebbero bisogno di continuità.
A proposito di pazienti come hanno preso la sua popolarità?
Ero terrorizzata pensavo che sarei stata giudicata male. Programmi come quello che ho fatto io sembrano accogliere solo persone che cercano fama senza far fatica, persone superficiali diciamo così. Pensavo che togliere lo stereotipo dal pensiero dei miei pazienti non sarebbe stato facile. Ma è andata meglio del previsto. Più di una persona mi ha detto “ti ho visto in televisione”, altri sono stati super discreti ma chi me ne ha parlato l’ha fatto in modo positivo.
Altri obiettivi per il futuro?
Sì, oltre alla sostituzione e al percorso triennale per diventare titolare di ambulatorio ho cominciato un Master in medicina estetica. Sarà part time a Milano, vado due giorni a settimana. E’ pensato appositamente per i medici che lavorano. In quel caso insieme ad altri medici interverremo in modo attivo sui social. Faremo qualcosa di interattivo, un connubio tra medicina e social.
Sarà diverso invece l’approccio social per il ruolo di medico di base?
Sì su quel fronte mi prenderò una pausa. Si tratta di pazienti che non gradiscono la visibilità. In questo periodo a loro mostrerò la mia assoluta disponibilità e attenzione, il resto viene dopo.