Sparisce il dna di “Ignoto 1”: depistaggio ai danni di Massimo Bossetti?
Sparisce il dna di “Ignoto 1”: depistaggio ai danni di Massimo Bossetti? L’unica vera prova contro Massimo Bossetti – che la difesa chiede da anni di analizzare – non si troverebbe più. La Procura di Venezia ha indagato il presidente della Prima sezione penale del tribunale di Bergamo, Giovanni Petillo, insieme alla funzionaria responsabile dell’Ufficio corpi di reato, Laura Epis, per frode in processo e depistaggio. Stando però ad alcune indiscrezioni, l’inchiesta potrebbe essere archiviata
La scomparsa della ragazza e il ritrovameno del dna
Come tutti ricordano, Yara Gambirasio scomparve il 26 novembre 2010 da Brembate Sopra. Il suo cadavere venne poi trovato in un campo di Chignolo d’Isola, ad una manciata di chilometri da dove era sparita. Le indagini furono basate essenzialmente su una traccia di dna, che portò ad individuare nel muratore Massimo Bossetti la sua corrispondenza. Bossetti si è sempre dichiarato innocente, anche se non è mai riuscito a spiegare la presenza del suo codice genetico sugli abiti della povera Yara. Ma era davvero suo quel dna?!? La difesa ha chiesto invano di analizzarlo per anni. E lo stava richiedendo ancora, nonostante la condanna definitiva del muratore.
Sparisce il dna di “ignoto 1”: depistaggio ai danni di Massimo Bossetti?
Ora quel Dna non c’è più. Sulla vicenda indaga il procuratore aggiunto di Venezia Adelchi D’Ippolito, l’ipotesi di reato è pesantissima: frode in processo e depistaggio.
Tutto è nato da una denuncia di Bossetti, intenzionato a far riaprire il caso e a chiederne la revisione. Se al processo era emerso che il Dna di Ignoto 1 fosse esaurito, successivamente si dichiarò l’esistenza di 54 campioni di tracce sui vestiti di Yara. Nella denuncia presentata dal suo legale Claudio Salvagni si ipotizza che il dna sia stato “conservato in modo tale da farlo deteriorare” rendendo inutili le richieste da parte della difesa.
Una notizia clamorosa, anche se parrebbe probabile una richiesta di archiviazione, visto che finora non sarebbe emersa alcuna prova di un comportamento doloso. Come potrà Bossetti chiedere la revisione ora? Due ricorsi in Cassazione chiedono di ottenere l’autorizzazione a riesaminare i famosi 54 campioni, dei quali non si conoscono le condizioni e che tipo di danni possano aver subito trasferendoli dall’ospedale San Raffaele, dove erano custoditi, ai magazzini dell’Ufficio corpi di reato. L’obiettivo della denuncia di Bossetti è proprio di sapere se sono ancora utilizzabili o se qualcuno, interrompendo magari la catena del freddo indispensabile per la buona conservazione dei campioni, abbia compromesso per sempre la possibilità di effettuare dei nuovi studi.