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È di Belluno, il «pittore digitale» dei campioni: «Tamberi e Leclerc mi chiamano Zio e Doc»

È di Belluno, il «pittore digitale» dei campioni: «Tamberi e Leclerc mi chiamano Zio e Doc»

È di Belluno, il «pittore digitale» dei campioni. Dal progetto di imparare a usare Photoshop durante la quarantena a diventare il grafico del Barcellona ,e ricevere i complimenti di Charles Leclerc. È cambiata nel giro di qualche mese la vita di Paolo Alpago Novello, bellunese, studente di design e grande appassionato di sport. Grazie alla sua curiosità, al suo talento e ad una grande dedizione, questo ragazzo classe 2000 è diventato uno dei primi in Italia a realizzare grafiche sportive: disegni fatti attraverso la pittura digitale per i social della Gazzetta dello Sport. Ha così trasformato la sua passione in un posto di lavoro accanto ai suoi idoli. Dal pilota ferrarista, che per complimentarsi gli manda messaggi vocali, al saltatore Gianmarco Tamberi, che lo chiama Doc, passando per il Camp Nou. E ora Paolo sogna di conquistare la sua squadra del cuore, l’Inter.

Paolo, come è iniziata questa avventura?

Ho iniziato lo scorso anno. Non conoscevo Photoshop e avevo capito che all’università non mi avrebbero insegnato a usarlo. Era il periodo della seconda ondata di Covid, la quarantena era alle porte. Appena finita la sessione ho provato a dare una svolta e capire come funziona questo utilissimo strumento digitale. Ho imparato guardando tutorial su internet e ho subito provato a creare grafiche sportive, come quelle della pagina Instagram “433”, che sono sempre state le mie preferite.

Qual è stato il punto di svolta che l’ha portata a fare delle grafiche un lavoro?

È stato quando ho iniziato a condividere i miei lavori su Instagram. All’inizio disegnavo immagini sull’Inter, che è la mia squadra del cuore. Mi ero messo in contatto con una pagina di fan, attraverso cui le condividevo taggando più sportivi e calciatori possibile. Arrivavo a 300 followers, ma un mese dopo mi ha contattato l’hub director della stessa pagina 433 a cui mi ispiravo. Era stato chiamato dalla

per risollevare il reparto media. Gli serviva una squadra di giovani talentuosi e a poco prezzo e mi ha subito proposto di farne parte.

Si sarebbe mai aspettato di poter lavorare grazie a questa passione?

Assolutamente no. Non mi aspettavo che le mie grafiche avrebbero avuto così tanto successo. Il fatto che questa mia passione si sia trasformata in un lavoro in così poco tempo è incredibile.

Com’è stato lavorare in così poco tempo con tanti sportivi famosi che apprezzano le sue creazioni?

È davvero affascinante e ti fa capire quanto sia incredibile il mondo dei social media. Un giorno stai mangiando un piatto di pasta in mensa all’università, ricevi un messaggio su Instagram e inizi a lavorare per il Barcellona. Quando Leclerc e Tamberi mi hanno scritto la prima volta ero emozionatissimo, ora ci mandiamo stickers e mi chiamano “zio” e “doc”.

In questo periodo a cosa stai lavorando?

La Gazzetta è l’unico lavoro con turni fissi nel fine settimana. Sono contento perché mi dà l’opportunità di allenarmi regolarmente e di migliorare con costanza. Tamberi mi ha scritto per aiutarlo con il gruppo che gestisce la sua immagine in occasione di eventi speciali come il Festival dello Sport o l’All Star Game.

Quali altri aspetti vorrebbe sviluppare?

La parte grafica del branding nel mondo dello sport. Nella mia tesi ho cercato di unire le mie due grandi passioni, il calcio e la grafica, scrivendo un’analisi sulla trasformazione dell’Inter come brand, con uno stile e un impatto sociale. Raccolgo documenti d’archivio riguardanti elementi che hanno fatto la storia dell’Inter, dai poster ai portachiavi, per raccontare una storia grafica del club.

Qual è il suo approccio alla creazione di immagini?

Il lavoro di adesso è molto artistico, ma lo affronto con un approccio di lavoro tecnico, che struttura il mio processo lavorativo. Immagino la scena, faccio uno schizzo, la mostro al cliente, decidiamo un punto di vista per poi arrivare al prodotto finale.

Si sente più un artista o un tecnico?

Sono un tecnico che lavora a prodotti artistici. Non parto in quarta e dipingo come un pittore. Se però non riesco a immaginarmi la scena nella testa non riuscirò mai a disegnarla.

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