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Jovanotti: è guerra aperta contro gli “econazisti”

Jovanotti: è guerra aperta contro gli “econazisti”

Jovanotti: è guerra aperta contro gli “econazisti”. Non si fermano i clamori per il successo del nuovo tour di Lorenzo Cherubini sulle spiagge italiane. Ma le polemiche dei suoi detrattori imperversano. Lo sfogo dell’artista, nato a Roma nel 1966, arriva all’indomani della diffusione della notizia della sospensione dell’attività per quattro ditte coinvolte nell’evento. Motico: la presenza di 17 lavoratori non in regola.

Jova e la Trident: non abbiamo mai avuto problemi dal 1988

La Trident, la società che produce e organizza i live di Jova, ha subito smentito il lavoro nero, parlando di “inadempienze formali”, subito sanate. “Il lavoro nero per me è una piaga enorme, una cosa molto seria”, ci tiene a precisare Jovanotti. “Lavoro con la Trident dal 1988, abbiamo fatto tournée grandi e piccole, discoteche, locali, bar, stadi e non abbiamo mai avuto una contestazione. Ma so che siamo nell’occhio del ciclone. Il Jova Beach porta grandi eventi in piccole realtà mettendo in moto il livore locale e micro vendette in qualche modo politiche”.

A spiegare l’accaduto è il manager Trident Maurizio Salvadori: “Collaboriamo con 20 società che offrono servizi, dall’audio al palco, al facchinaggio che oggi è difficile da trovare, perché dopo 3 anni di Covid metà facchini specializzati hanno cambiato lavoro e oggi per trovare i 700 facchini che ci servono dobbiamo farli arrivare anche da 200-300 km con i pullmann e da sei, sette, otto società diverse che noi conosciamo, che lavorano nell’abito della musica da anni se non da decenni, ed è impensabile che facciano lavorare in nero. Si tratta di un’accusa veramente pesante, per chi cerca di lavorare sempre al meglio: non esiste lavoro nero al Jova Beach Party, può esistere qualche infrazione formale. Ci hanno dato 1400 euro di multa perché non avevamo transennato l’area del cantiere, in una parte mancava il nastro bianco e rosso, probabilmente si era strappato, e pagheremo”. Quanto ai 17 lavoratori non in regola, “le tre società interessate hanno oblato in dodici ore, sono risultate in norma e stanno lavorando nel cantiere, anche i 17 lavoratori sono qui e stanno lavorando”.

Jovanotti: è guerra aperta contro gli “econazisti”

Jovanotti non risparmia commenti al vetriolo e parla di “killeraggio” nella diffusione della notizia: “Sappiamo come funzionano certe notizie: un’agenzia che esce alle 19 è fatta apposta per non dare il tempo di replicare, è un modo per provare a farti male, una tecnica collaudatissima che si utilizza perché poi, il giorno dopo, quando i giornali sono usciti, la replica è una notizia data due volte. Per me il lavoro nero è una piaga enorme, una cosa molto seria, dal punto di vista personale del rispetto alle leggi, e ho sempre lavorato con persone che la pensassero come me”.

Colto nel vivo, Lorenzo è un fiume in piena e risponde alle critiche degli ambientalisti. “Il Jova Beach Party non mette un pericolo nessun ecosistema. Non devastiamo niente, le spiagge non solo le ripuliamo ma le portiamo a un livello migliore. Non si tratta di un progetto ‘greenwash’, parola che mi fa cagare così come mi fa schifo chi la pronuncia. Perché è una parola finta, è un hashtag e gli hashtag sapete dove dovete metterveli…”

Il Jova Beach Party è a fa”vore dell’ambiente!

Prosegue il cantautore, sempre più arrabbiato ma molto lucido e convinto: “Il Jova Beach Party è un lavoro fatto bene: se pensate che non sia fatto bene venite a verificare, venite qua. Non diffondete fuffa. Il mio pubblico è fantastico, ha una coscienza alta rispetto all’ambiente. Se voi, econazisti che non siete altro, volete continuare ad attrarre l’attenzione utilizzando la nostra forza, sono fatti vostri. Il nostro è un progetto fatto bene che tiene conto dell’ambiente, parla di obiettivi di sostenibilità. Realizza quelli che è in grado di realizzare con gli strumenti messi a disposizione dalle leggi, dal buon senso, dalla volontà”.

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