Papa Francesco e la sua condanna alla “maternità surrogata”
Papa Francesco condanna duramente la maternità surrogata, la teoria gender e l’aborto, incontrando presso la Santa Sede gli ambasciatori di 184 Stati. Parla di pace e di difesa della vita umana “fin dal grembo materno”, attacca la “pericolosissima teoria del gender” e auspica che la maternità surrogata “sia proibita ovunque”. Specificando anche che non esiste pace se non c’è rispetto per la vita umana «fin nel grembo materno».
Tre mesi di sofferenze per tutti
Il Pontefice si è soffermato sui tre mesi di guerra a Gaza: «Tutti siamo rimasti scioccati dall’attacco terroristico del 7 ottobre contro la popolazione in Israele, dove sono stati feriti, torturati e uccisi in maniera atroce tanti innocenti e molti sono stati presi in ostaggio. Ripeto la mia condanna per tale azione e per ogni forma di terrorismo ed estremismo: in questo modo non si risolvono le questioni tra i popoli, anzi esse diventano più difficili, causando sofferenza per tutti. Infatti, ciò ha provocato una forte risposta militare israeliana a Gaza che ha portato la morte di decine di migliaia di palestinesi, in maggioranza civili, tra cui tanti bambini, ragazzi e giovani, e ha causato una situazione umanitaria gravissima con sofferenze inimmaginabili».
Un pensiero di pace
Il suo appello non manca anche stavolta: «Ribadisco il mio appello a tutte le parti coinvolte per un “cessate il fuoco” su tutti i fronti, incluso il Libano, e per l’immediata liberazione di tutti gli ostaggi a Gaza. Chiedo che la popolazione palestinese riceva gli aiuti umanitari e che gli ospedali, le scuole e i luoghi di culto abbiano tutta la protezione necessaria».
Mettiamo fine al tutte le guerre
Non solo. Invita la comunità internazionale a «percorrere con determinazione la soluzione di due Stati, uno israeliano e uno palestinese, come pure di uno statuto speciale internazionalmente garantito per la Città di Gerusalemme, affinché israeliani e palestinesi possano finalmente vivere in pace e sicurezza». Ma i conflitti sono tanti, non ultimo quella tra Russia e Ucraina: «Non si può lasciare protrarre un conflitto che va incancrenendosi sempre di più, a detrimento di milioni di persone, ma occorre che si ponga fine alla tragedia in atto attraverso il negoziato, nel rispetto del diritto internazionale».
I civili pagano il prezzo più alto
Come al solito, a farne le spese sono soprattutto gli innocenti: «Le guerre moderne non si svolgono più solo su campi di battaglia delimitati, né riguardano solamente i soldati. In un contesto in cui sembra non essere osservato più il discernimento tra obiettivi militari e civili, non c’è conflitto che non finisca in qualche modo per colpire indiscriminatamente la popolazione civile. Gli avvenimenti in Ucraina e a Gaza ne sono la prova evidente. Non dobbiamo dimenticare che le violazioni gravi del diritto internazionale umanitario sono crimini di guerra, e che non è sufficiente rilevarli, ma è necessario prevenirli».