Domani e domenica l’Italia al voto

Anche se alcuni le vorrebbero intendere anche come un test per l’attuale governo, quelle che incombono sono e restano elezioni europee. E’ più o meno il pensiero espresso dal premier Meloni.

Il nemico è l’astensionismo

Da Nord a Sud, città protagoniste delle chiusure di campagna elettorale. I partiti tutti temono un grande avversario: il popolo dell’astensionismo, che potrebbe toccare anche alla soglia del 50%. Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture ha salutato la gente di Roma 24 ore fa. Con lui sul palco il candidato indipendente generale Roberto Vannacci.

Le canzoni sono di chi le canta

Vannacci, maniche di camice e passeggiata da destra a sinistra sul palco, ha animato il comizio finale leghista. Una “festa” durata meno di 2 ore e chiusa e aperta sulle note di De Gregori. “Perchè le canzoni non sono nè di destra nè di sinistra. A me piace Guccini ad esempio…Una volta ho cantato pure La Locomitiva”.

Che percentuale alla Meloni?

Salvini si riterrà soddisfatto di superare anche di poco quanto ottenuto alle ultime politiche e magari di rimanere la seconda forza della coalizione di governo. La prima resterà invece FdI. La domanda che in molti si pongono è se il partito di Meloni andrà oltre il 26%. E se sì di quanto? Lei nel frattempo insiste sul concetto iniziale: “Sono e restano elezioni europee. Allo stesso tempo, considero questa tornata un’indicazione importante sulla strada percorsa finora”.

La versione di Elly

Sul fronte opposto, anche la segretaria Pd Elly Schlein ripete il mantra scelto dal suo partito per la campagna elettorale . “Sui fondi per la Sanità dalla maggioranza lei insiste: “dicono un falso, come quando dicono che hanno fatto il più grande investimento, pensano di prendere in giro gli italiani ma non è cosi. La spesa si calcola sul Pil e da quando Giorgia Meloni è presidente del Consiglio la spesa sta scendendo, noi chiediamo di portarla alla media europea, non è impossibile”.

A campagna chiusa, ora non resta che votare…