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Milo Manara affresca l’Università di Padova, tra eros e colori

Milo Manara affresca l’Università di Padova, tra eros e colori

Milo Manara ha dipinto la nascita della medicina moderna sulle pareti dell’Istituto di Anatomia dell’Università di Padova, in occasione degli 800 anni dell’Ateneo. Tre sono le pareti del vano scala per un totale di 225 mq a cui si aggiunge il soffitto. La tecnica utilizzata è il Tattoo Wall, una tecnica decorativa che si basa sul trasferimento di inchiostri digitali da un supporto transfer a una superficie.

Un supporto stampato trasferito sull’intonaco

Il procedimento di applicazione si avvia mediante la stesura di un aggrappante sul muro o altra superficie preparata a contenere l’immagine. Il supporto stampato è appoggiato e fatto aderire tramite pressione manuale. Subito dopo è possibile rimuovere il supporto stesso che rilascial’immagine con la stessa resa dell’affresco.

Conoscenza e cura

Dal basso verso l’alto lo sviluppo del murale simboleggia il continuum morte-vita come binomio di conoscenza-cura. Si parte dalla parete 1 con la rampa che dalle Sale autoptiche (luogo del conoscere) portano al piano delle Aule (ambienti dove si trasmette la conoscenza). La seconda parete porta ai laboratori intesi come parti dell’edificio dove si concretizza la ricerca e si formano i nuovi saperi. Si arriva infine al livello più elevato della scalinata (parete 3) che porta al soffitto dove viene rappresentata la donazione degli organi perché permette di migliorare la capacità della cura.

Adamo ed Eva

Infine il soffitto dove, nella rivisitazione del cielo della Cappella degli Scrovegni di Giotto a Padova, vengono collocati un Adamo e una Eva primordiali. “Nella prima parete ho raffigurato in chiave allegorica la frase meravigliosa ‘Mors ubi gaudet succurrere vitae’ che si riferisce all’antico teatro anatomico dell’Università di Padova, dove, studiando i corpi dei morti, si imparava a guarire i vivi”, ha detto Milo Manara.

Ispirato a Klimt

“Ho principalmente anche illustrato i primi studi anatomici semiclandestini, scientifici e artistici. A legare tutte le immagini c’è l’Albero della Vita, ispirandomi a Klimt. Nella seconda parete ho preso lo spunto dal frontespizio del libro cinquecentesco di Andreas Vesalius, uno dei primi insegnanti a Padova. All’immagine ho aggiunto alcuni dei più importanti insegnanti dell’Università nel corso dei secoli, come Eustachio e Falloppio, arrivando ai contemporanei”.

L’albero della vita

Nella terza parete ho mostrato come l’Università oggi più che mai sia impegnata a formare i nuovi medici partendo dal teatro anatomico. I nuovi medici sono preparati ad affrontare le entusiasmanti possibilità della chirurgia moderna, come il trapianto degli organi. Sono possibilità – conclude – che proiettano idealmente l’umanità verso una ipotetica eternità, come ho metafisicamente illustrato sul soffitto, che, restando nella tradizione antica, riproduce la volta stellata, anche se attualizzata dalla visione dei moderni telescopi”.

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