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A Recco (GE) la città si trasforma in un teatro e celebra la focaccia

A Recco (GE) la città si trasforma in un teatro e celebra la focaccia

A Recco (GE) la città si trasforma in un teatro e celebra la focaccia. Il 10 e l’11 giugno andrà in scena Argonauti. Un canto per Recco, il momento finale di un lavoro che da mesi coinvolge l’intera città. A partire da ottobre, infatti, i cittadini si sono incontrati, ascoltati, hanno ricreato una comunità con una storia da raccontare, quella che va dal 1943 ad oggi, dai terribili bombardamenti fino alle scommesse dell’oggi, da una città distrutta dalla guerra alle eccellenze della Pro Recco e della. Da questa esperienza è nato lo spettacolo, prodotto da Teatro Pubblico Ligure, ideato e diretto da Sergio Maifredi, con musiche e canzoni di Mario Incudine e Antonio Vasta. L’idea e la finalità di questo “Teatro di Comunità” è proprio quella di contribuire a rigenerare l’identità e la coesione della comunità cittadina.

Le memorie e le emozioni di una città

Recco per la prima volta suona la sua musica e canta le sue canzoni. Le storie c’erano già, bastava ascoltarle. Lo ha fatto Sergio Maifredi con il progetto Argonauti. Un canto per Recco, nuovo spettacolo di Teatro Pubblico Ligure, in scena nella piazza del Comune di Recco, che lo sostiene. In questa occasione l’artista Laura Canali consegnerà pubblicamente la mappa geopoetica della città: un’opera che raccoglie le memorie e le emozioni dei cittadini, proiettandole idealmente nel futuro. La musica per raccontare questa storia di rinascita è stata composta da Mario Incudine, autore anche della colonna sonora del film Cùntami di Giovanna Taviani, vincitore del Premio Speciale ai Nastri d’Argento 2022. Sono sue le dodici canzoni dello spettacolo, dall’Ode alla focaccia all’Inno di Recco, passando per la tragica storia di Cesarino. A raccontare le storie al pubblico sarà Corrado d’Elia, autore della drammaturgia e interprete. Con la regia di Sergio Maifredi, intorno a Corrado d’Elia sono in scena oltre ottanta fra cantanti e musicisti guidati dal maestro concertatore Antonio Vasta, compreso il coro popolare dei cittadini di Recco, costituito appositamente per questo progetto.

Un concerto con voce recitante

Argonauti. Un canto per Recco è un concerto con voce recitante nato per rappresentare una città con la sua storia. Un ponte, una piscina, una villa, le case, un piatto di focaccia al formaggio non bastano da soli per descrivere la nuova identità che Recco si è data dopo i terribili bombardamenti del 1943, in piena seconda guerra mondiale. Bisogna ascoltare le persone per capire la vitalità originale che gli abitanti hanno saputo esprimere, con coraggio, forza e spirito d’iniziativa, diventando protagonisti di uno sviluppo su cui, di fronte alle macerie, nessuno allora avrebbe scommesso. Ma è accaduto e Teatro Pubblico Ligure ne ha fatto una fonte d’ispirazione.

La tipica focaccia di Recco

A Recco (GE) la città si trasforma in un teatro e celebra la focaccia

Lo spettacolo è il punto finale di questo lungo percorso, che farà entrare gli spettatori nell’anima della città. C’è un legame fra il ponte e la focaccia: gli operai della ricostruzione dovevano mangiare, ma c’era poco per tutti. Così dalle case è uscito il cibo semplice che si mangiava in famiglia, farina e latte cagliato. Nasce la focaccia di Recco, marchio dop e squisitezza ben nota.

Qui Mameli scrisse il nostro inno nazionale

C’erano ragazzi che fra le case crollate giocavano e d’estate continuavano in mare. Erano amici e fra una partita e l’altra sono diventati fortissimi. Così è nata la Pro Recco, con il campione Eraldo Pizzo che non smette di descriverla, usando una semplicità che non corrisponde ai fasti della squadra più titolata al mondo. Per partecipare ai tornei di serie A, serviva una piscina. L’hanno costruita i cittadini sacco dopo sacco di cemento. Non merita un inno tutto questo? L’inno di Recco ci sarà, anche per ricordare che proprio nella villa antica che le bombe hanno risparmiato, Goffredo Mameli ha scritto quello d’Italia. Nessuno sia dimenticato, perché Recco dimostra che niente è impossibile: quel che gli uomini distruggono, gli uomini ricostruiscono e, riempiendo i vuoti, inventano.

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