A Recco (GE) la città si trasforma in un teatro e celebra la focaccia
A Recco (GE) la città si trasforma in un teatro e celebra la focaccia. Il 10 e l’11 giugno andrà in scena Argonauti. Un canto per Recco, il momento finale di un lavoro che da mesi coinvolge l’intera città. A partire da ottobre, infatti, i cittadini si sono incontrati, ascoltati, hanno ricreato una comunità con una storia da raccontare, quella che va dal 1943 ad oggi, dai terribili bombardamenti fino alle scommesse dell’oggi, da una città distrutta dalla guerra alle eccellenze della Pro Recco e della. Da questa esperienza è nato lo spettacolo, prodotto da Teatro Pubblico Ligure, ideato e diretto da Sergio Maifredi, con musiche e canzoni di Mario Incudine e Antonio Vasta. L’idea e la finalità di questo “Teatro di Comunità” è proprio quella di contribuire a rigenerare l’identità e la coesione della comunità cittadina.
Le memorie e le emozioni di una città
Un concerto con voce recitante
Argonauti. Un canto per Recco è un concerto con voce recitante nato per rappresentare una città con la sua storia. Un ponte, una piscina, una villa, le case, un piatto di focaccia al formaggio non bastano da soli per descrivere la nuova identità che Recco si è data dopo i terribili bombardamenti del 1943, in piena seconda guerra mondiale. Bisogna ascoltare le persone per capire la vitalità originale che gli abitanti hanno saputo esprimere, con coraggio, forza e spirito d’iniziativa, diventando protagonisti di uno sviluppo su cui, di fronte alle macerie, nessuno allora avrebbe scommesso. Ma è accaduto e Teatro Pubblico Ligure ne ha fatto una fonte d’ispirazione.
A Recco (GE) la città si trasforma in un teatro e celebra la focaccia
Lo spettacolo è il punto finale di questo lungo percorso, che farà entrare gli spettatori nell’anima della città. C’è un legame fra il ponte e la focaccia: gli operai della ricostruzione dovevano mangiare, ma c’era poco per tutti. Così dalle case è uscito il cibo semplice che si mangiava in famiglia, farina e latte cagliato. Nasce la focaccia di Recco, marchio dop e squisitezza ben nota.
Qui Mameli scrisse il nostro inno nazionale
C’erano ragazzi che fra le case crollate giocavano e d’estate continuavano in mare. Erano amici e fra una partita e l’altra sono diventati fortissimi. Così è nata la Pro Recco, con il campione Eraldo Pizzo che non smette di descriverla, usando una semplicità che non corrisponde ai fasti della squadra più titolata al mondo. Per partecipare ai tornei di serie A, serviva una piscina. L’hanno costruita i cittadini sacco dopo sacco di cemento. Non merita un inno tutto questo? L’inno di Recco ci sarà, anche per ricordare che proprio nella villa antica che le bombe hanno risparmiato, Goffredo Mameli ha scritto quello d’Italia. Nessuno sia dimenticato, perché Recco dimostra che niente è impossibile: quel che gli uomini distruggono, gli uomini ricostruiscono e, riempiendo i vuoti, inventano.