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Stefano De Martino: “Belen? Non ci risposeremo”

Stefano De Martino: “Belen? Non ci risposeremo”

Stefano De Martino gela i fans: «Belen? Non ci risposeremo. Per Emma ho tanto affetto». Alla vigilia del suo debutto al cinema il ballerino si racconta: «Da ragazzo per amore sono stato fruttivendolo». Il lavoro: «Prima di ogni decisione importante chiamo Maria De Filippi». La cura di sé: «Vado dallo psicologo tutte le settimane, mi aiuta». Il figlio Santiago: «La sua nascita il giorno più bello della mia vita»

Stefano De Martino il 9 giugno debutta al cinema con Il giorno più bello di Andrea Zalone, accanto a Paolo Kessisoglu, Luca Bizzarri, Violante Placido e Fiammetta Cicogna.

Che voto si dà come attore?

Uno!. Non ho mai pensato di fare l’attore. Mi sono affacciato con curiosità all’esperienza, mi affascina il dietro le quinte. La cosa più difficile? Aspettare. Sarà che ora sono più coinvolto nella scrittura dei miei programmi e i ritmi sono più frenetici. Sul set mi è capitato tra una scena e l’altra di dover stare due ore seduto truccato con i tovaglioli infilati nella camicia per non sporcare il costume e un attimo dopo fare la battuta.

E suo figlio Santiago ha già visto il film?

No, non ancora: lo voglio portare in sala. Il suo parere sarà il piu severo di tutti. Mi dirà “papà mi fai ridere”, e non nell’accezione che tutti ci auguriamo!.

Quale programma vede come punto d’arrivo?

Nessuno, perché quelli che mi piacciono sono disegnati sui conduttori stessi. Quando vedo Paolo Bonolis con Avanti un altro! so che quella cosa lì la può fare solo lui.

È scaramantico?

Ho piccole manie: indosso sempre prima la scarpa sinistra e poi la destra; sulle scalette uso solo l’evidenziatore giallo di un certo tipo.

Che infanzia ha avuto?

Il primo ricordo che ho è del mare e del lido, ogni anno la mia famiglia prendeva una cabina di legno. Posso ancora sentire l’odore delle stuoie di vimini che mia madre portava nella borsa, io le camminavo dietro e mio padre ci seguiva.

Mamma maestra di sostegno, papà ballerino. Per lei è stato inevitabile ballare?

Come tutti i figli d’arte ho avuto una repulsione per la danza e ho voluto prima provare gli altri sport. Poi accompagnando in bici alla scuola di danza mia sorella Adelaide, che ha cinque anni meno di me, mi sono innamorato anch’io. Ho cominciato a 10 anni, ero l’unico studente della mia scuola a fare danza.

Sua sorella balla ancora?

Lavora con me, è il mio valore aggiunto. Ha 27 anni e si occupa della logistica, è la problem solver. Ho anche un fratello, Davide, che come tutti i diciottenni non sa cosa fare nella vita. Io alla sua età avevo già le idee molto più chiare.

Ha fatto anche il fruttivendolo…

Sì, prima di Amici. Quando sono ritornato dall’America il mestiere più gettonato era cameriere, ma siccome avevo una fidanzata che andavo a scuola e l’unico momento uscire era durante il weekend, ho virato sul fruttivendolo. Mi alzavo alle 4.30 del mattino. Ho sempre trovato qualcosa di romantico nei mercati ortofrutticoli. Quando cominci a lavorare così presto hai un vantaggio sul resto del mondo, ti sembra quasi di far parte di un’élite.

Ad Amici come andò?

Avevo fatto un’audizione con la Scuola Del Balletto Di Toscana, ma quando ho visto il costo degli affitti sono tornato a Napoli un po’ sconfitto: la vita da artista non me la potevo permettere. Amici è stato l’ultima chance che mi sono dato.

Maria De Filippi la sente ancora?

Sì, mi confronto spesso con lei e so che è un piccolo grande lusso per il mio mestiere. Prima delle grandi decisioni la chiamo.

Ed Emma Marrone?

È una persona bellissima. La nostra storia è stata una cosa di gioventù che ricordo con affetto. Mi fa piacere sia riuscita a evolversi come artista: è una cantante affermata, fa cinema, tv….

Va ai suoi concerti?

Quando capita volentieri, l’ultimo prima del Covid. Siamo rimasti in ottimi rapporti.

E veniamo a Belén. Ormai siete gli Al Bano e Romina 2.0. State di nuovo insieme, giusto?

Sì sì. In dieci anni cambiano tante cose. La vita fa percorsi strani e ho smesso di analizzarli. Cerco di improvvisare, come faccio nel lavoro. Quando Santiago è nato è stato il giorno più bello della mia vita, mi ha catapultato nella vita adulta da un secondo all’altro. Con lui provo a essere un padre presente, cerco di costruirmi una quotidianità, non credo ai grandi gesti. Se non ci sono, mi piace mandargli un messaggio prima che va a scuola e fare una video chiamata quando esce. È il nostro rito quotidiano.

E se è a Milano?

Provo ad accompagnarlo a scuola la mattina. Il tablet ha sostituito un po’ il ciuccio, ma i figli preferiscono sempre giocare con i genitori.

Che rapporto ha con Luna Marí, la secondogenita di Belén?

È la sorella di mio figlio, mi sento uno zio.

Le piacerebbe risposarla?

Di matrimonio ne ho fatto uno, e quello nostro per come si è svolto basta e avanza per altre due-tre vite!

 

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