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La favola di Giuseppe Crippa, diventato miliardario a 87 anni

La favola di Giuseppe Crippa, diventato miliardario a 87 anni

La favola di Giuseppe Crippa, diventato miliardario a 87 anni. Tutto ha avuto inizio quando, a 60 anni, accetta la proposta di liquidazione dalla sua azienda e inizia a produrre dispositivi per testare i microchip. A febbraio la sua azienda, Technoprobe, che ha clienti come Apple e Samsung e si è quotata in Borsa. Crippa viene liquidato dalla STMicroelectronics (Stm), azienda italo-francese di semiconduttori nel 1995. Anziché dedicarsi alla vita da pensionato, all’epoca 60enne decide di avviare una sua società. Elaborando un’idea che aveva in testa da sei anni e fondando Technoprobe, in provincia di Milano. Qui inizia a realizzare probe card – minuscoli dischi tempestati di aghi che si attaccano ai microchip per testarli – e per i primi 15 anni le vende principalmente al suo ex datore di lavoro.

La favola di Giuseppe Crippa, diventato miliardario a 87 anni

A 27 anni dalla sua fondazione, Technoprobe è attualmente uno dei due principali produttori di probe card al mondo. La società fornisce schede a una schiera di giganti della tecnologia, tra cui Apple, Qualcomm, Samsung e Nvidia, e a produttori di semiconduttori come Amd, Intel e Tsmc. Lo scorso anno Technoprobe ha superato il suo principale concorrente: FormFactor, azienda con sede a Livermore, in California. Registrando un utile netto di 136 milioni di dollari su entrate di 446 milioni, contro i 436 milioni della divisione corrispondente di FormFactor.

Technoprobe è attualmente guidata dal nipote e dal figlio di Crippa, che ricoprono i ruoli di amministratore delegato e presidente. L’azienda ha approfittato della sua recente crescita per quotarsi sull’indice Euronext Growth della Borsa di Milano lo scorso febbraio. Gli affari della famiglia non mostrano segni di rallentamento, visto che aziende come Apple e Samsung sfornano nuovi telefoni e tablet tutti gli anni e i produttori di auto elettriche hanno bisogno di probe card per riempire le nuove auto di schermi e sensori.

Le nuove frontiere del suo business

La prossima frontiera dei semiconduttori sono i chiplet. Si tratta di chip più piccoli, impilati l’uno sull’altro per costruire unità più veloci e più potenti, da destinare ai nuovi telefoni e ai computer. A marzo, un gruppo che comprende alcune delle più grandi aziende tecnologiche del mondo ha creato un consorzio per definire gli standard della tecnologia chiplet per la prossima generazione di dispositivi. Che dire? Bravo e… beato lui!

 

 

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