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Matteo Bocelli: figlio d’arte ma con idee molto autonome

Matteo Bocelli: figlio d’arte ma con idee molto autonome

Matteo Bocelli: figlio d’arte ma con idee molto chiare. Il mondo l’ha ascoltato per la prima volta in Fall on Me, la canzone co-scritta per l’album del padre Andrea Bocelli, Sì, pubblicato nel 2018 e subito in vetta contemporaneamente nella classifica degli album più venduti in America, la Billboard 200, e in quella del Regno Unito. Una canzone ha registrato oltre 300 milioni di stream in tutto il mondo e il suo video 102 milioni di visualizzazioni. La Disney l’ha voluta anche come colonna sonora per il film Lo schiaccianoci e i quattro regni. Un successo straordinario che porta Matteo e Andrea, richiestissimi, ad esibirsi insieme in tutti i più importanti programmi televisivi americani: Dancing with the Stars, Colbert, Good Morning America, The Royal Variety Performance e Strictly Come Dancing.

Matteo Bocelli: figlio d’arte ma con idee molto chiare

Nel cartellone della 43esima edizione del Festival La Versiliana spicca la serata Note d’Autore, uno spettacolo-tributo alla musica di Giancarlo Bigazzi, nel decennale della sua scomparsa. A far rivivere la grande produzione musicale del Maestro saranno artisti della canzone italiana insieme a talentuosi esordienti tra cui – appunto – Matteo Bocelli insieme a Michele Zarrillo, Aleandro Baldi, Giovanni Caccamo, Francesca Alotta, Fellow, Valentina Galasso e Cecille. Inoltre, verso la prossima primavera uscirà il suo primo album, atteso da molti.

D : In che momento della tua vita è entrata la musica?

Dico sempre che la musica ha sempre fatto parte della mia vita, ascolto musica da quando ero bambino, anche grazie a mio padre. A 7 anni ho iniziato a studiare pianoforte, oggi questa passione si è trasformata in qualcosa di più. Spero di riuscire al più presto di vivere di musica. Anche grazie a mio padre ho già fatto alcune splendide esperienze.

D: Che ricordi hai del duetto con tuo padre a Sanremo?

La mia prima pubblicazione è stata insieme a lui, poi è arrivato il festival di Sanremo, ad oggi la mia esperienza più forte. Sanremo è “il palcoscenico” sul quale tutti vorrebbero salire. Un’emozione pazzesca!

D: Che peso comporta avere il tuo cognome?

Comporta lati positivi e negativi. Positivi perchè genera tante opportunità. Al tempo stesso il cognome pesa perché genera negli altri una maggiore aspettativa. Ma il bilancio mi permette di ritenermi molto fortunato. A me manca un esame al corso di laurea in canto.

D: Come descriveresti il tuo rapporto con la musica classica?

Ho sempre avuto la passione per l’opera, anche se appartengo ad una generazione in cui si ascoltano tanti artisti e generi differenti. Personalmente sono sempre stato appassionato di musica pop. Chissà se nel futuro non ci sarà una finestra anche nella lirica…

D: Che gusti hai da ascoltatore di musica, oltre naturalmente alla musica lirica?

Ed Sheeran su tutti, che è sempre stato la mia fonte d’ispirazione, soprattutto nei testi: un vero e proprio talento a 360°. Oltre a lui mi piace Paolo Nutini, ascolto anche Eminem e il rock dei Muse.

Il tuo primo singolo “Solo” può essere interpretato come una sorta di manifesto programmatico?

Esattamente! L’idea e la volontà di fare qualcosa con le mie gambe, staccandomi dalla figura paterna. Solo fotografa una sensazione dell’infanzia, quando io e mio fratello salutavamo nostro padre che partiva per viaggi di lavoro. Per un bambino non è semplice. Oggi mi rivedo un po’ nel suo ruolo, viaggiare nel mondo, per conto mio, lontano dal mio Paese, dagli amici e dalla famiglia. Solo. Volevo anche cantare di questo senso di solitudine, comune a molti artisti.

Parliamo infine dell’evento deicato al Maestro Bigazzi, al quale parteciperai il 24 luglio: con che stato d’animo l’affronti?

Sono onorato di poter partecipare a questo evento. E in un certo senso un po’ mi sento anche in soggezione. Perchè Bigazzi è stato un autore incredibile. Poter intonare le sue note, cantante successivamente da altri grandi artisti, non è sicuramente semplicissimo. Lui ha scritto i più grandi successi della musica italiana come Vent’anni, Erba di casa mia, Ci vorrebbe il mare, Luglio, Gloria e tantissime altre. La classica persona con il dono della scrittura. Io sono uno molto all’antica, amo molto la musica italiana dagli anni 60 e 70. Un periodo artisticamente straordinario, del quale in molti sentiamo la mancanza. Che bello sarebbe avere di nuovo un talento come quello di Bigazzi…

 

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