Scuola e Covid: mamma mia che caos!
Qualora ce ne fosse stato bisogno la pandemia di Covid ha messo ancora una volta in evidenza la distanza tra Stato e Regioni per quanto riguarda la scuola. Mentre il Governo sta mettendo a punto ulteriori misure che dovrebbero essere quelle definitive fino alla fine dell’anno, facciamo un riepilogo delle restrizioni e delle regole che quegli studenti alle prese con assenze, dosi di vaccino e quarantene.
Per mettere un po’ di ordine dopo l’ennesimo incontro tra governatori le Regioni indicano una ricetta chiara: chi è vaccinato con tre dosi non deve andare in dad. Restino a casa solo i positivi e chi non è vaccinato. E chi si becca un’influenza e ha decimi di febbre ma entro i tre giorni guarisce, cosa deve fare per ritornare in classe?
Regole ancora troppo per la scuola tra le Regioni
Regole troppo differenziate hanno portato in molti casi alla paralisi della didattica o a formule fantasiose (chi a casa chi in aula) poco funzionali. A questo si aggiunge il caos provocato dalla tempistica dei tamponi che rischiano di prolungare l’isolamento dei ragazzi e far andare fuori di testa, genitori, professori e personale scolastico addetto alle verifiche e alle comunicazioni.
Su Facebook il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, è stato chiaro: “Tra le priorità che sottoponiamo al Governo c’è la necessità di rivedere le norme per la gestione a scuola dei casi di Covid. Bisogna semplificare, perché per le famiglie e il nostro sistema sanitario è difficile affrontare la complessità delle regole imposte a livello nazionale. Chiediamo anche che ai bambini vaccinati alle elementari vengano applicate le stesse regole per continuare a seguire in presenza che ci sono per le medie e le superiori. Sui congedi parentali serve poi un intervento a sostegno dei genitori bloccati a casa per restare al fianco dei bambini”.
Le regole attuali
Per nidi e scuole dell’infanzia: da 0 ai 6 anni, con “un caso di positività”, si sospende l’attività didattica della classe per 10 giorni, con quarantena della stessa durata e test di uscita, molecolare o antigenico, negativo.
Per le elementari: con un solo caso di positività nella classe gli alunni restano in presenza ma viene raccomandato di “consumare il pasto ad una distanza interpersonale di almeno 2 metri”. In questo caso è consigliato e sollecitato test antigienico rapido o molecolare da effettuarsi il prima possibile ” (…) dal momento in cui si è stati informati del caso di positività e da ripetersi dopo cinque giorni”. In presenza di almeno due casi positivi alle scuole elementari si sospende l’attività in presenza e si applica la didattica a distanza per la durata di 10 giorni con quarantena di pari durata e test in uscita.
Per le scuole medie e gli istituti superiori: in presenza di un caso di positività nella classe, la didattica prosegue in presenza, con l’obbligo di indossare mascherine FFP2 almeno per 10 giorni, ma “si raccomanda di non consumare pasti a scuola a meno che non possa essere mantenuta una distanza interpersonale di almeno 2 metri”.
E cosa cambia se ci sono più di due positivi in classe? “Sono previste misure differenziate in funzione dello stato vaccinale.. Gli alunni che non hanno concluso il ciclo vaccinale primario, che lo abbiano concluso da più di 120 giorni, che siano guariti da più di 120 giorni e ai quali non sia stata somministrata la dose di richiamo, andranno in Dad per 10 giorni (con quarantena della durata di 10 giorni e test di uscita negativo per rientrare).
Gli studenti che hanno concluso il ciclo vaccinale primario, che siano guariti da meno di 120 giorni o che abbiano ricevuto la dose di richiamo, potranno proseguire in presenza con l’obbligo di indossare FFP2 per almeno 10 giorni. Per i pasti la raccomandazione è la stessa delle scuole medie.
Ma è la scuola che deve darsi una regolata?
La misura sanitaria da adottare è “l’auto-sorveglianza“. Il Miur infatti ha precisato che “alla luce della nuova normativa, i requisiti per poter frequentare in presenza devono essere dimostrati dall’alunno interessato. L’istituzione scolastica, per effetto dell’intervento legislativo, è abilitata a prendere conoscenza dello stato vaccinale degli studenti in questo specifico caso”.
Per incentivare la vaccinazione nella fascia dei più piccoli ancora poco vaccinata, il legislatore ha stabilito che chi ha concluso il ciclo vaccinale nella fascia 5-11 anni (più di un milione di bambini) può andare a scuola anche in presenza di positivi (cosa che attualmente non avviene). Questa sarebbe la regola che dovrebbe spingere i genitori dei bambini a sottoporre i loro figli a vaccinazione visto che attualmente solo l’8 % di questa fascia ha completato il ciclo vaccinale e il 28,34%ha completato il ciclo vaccinale.