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Andryx, il Dj che fa ballare Milano all’ombra del Duomo (intervista)

Andryx, il Dj che fa ballare Milano all’ombra del Duomo (intervista)

Andryx, il deejay che fa ballare Milano

Andryx, il Dj 22enne che fa ballare Milano all’ombra del Duomo. Lui, al secolo Andrea Boribello, figlio di Roby Borillo dei Los Locos, è un deejay/produttore vicentino che da qualche anno si sta distinguendo nell’ambito della dance. L’abbiamo incontrato per fare quattro chiacchiere sulla musica che anima le serate

Andryx, il Dj che fa ballare Milano

Nel suo curriculum alcuni dei migliori locali d’Italia (Old Fashion, Terrazza Duomo 21 e Tocqueville su un’esclusiva piazza del nightclubbing come Milano; in Veneto presso Villa Bonin, Totem Club, Dorian Gray e Gardaland). Ha aperto con il suo dj-set i concerti di alcuni dei rapper più famosi come Ghali, Dark Polo Gang e Sfera Ebbasta. Attualmente presta la sua maestria ai piatti presso l’emittente radiofonica più seguita in Veneto, Radio Piterpan.

Andryx ha prodotto anche numerose canzoni e remix per dj internazionali, raggiungendo il secondo posto al remix contest della famosa label Spinnin’ Records raggiungendo oltre di duecentomila ascolti sulla piattaforma Spotify.

D – Quando è iniziato il tuo rapporto con la musica?

R – Quando avevo 14 anni, realizzando il mio primo singolo Waiting For Something. L’anno successivo, in collaborazione con Micro. ho fatto uscire il mio secondo brano, Starship, che allora passò anche su Rai 1, arrivando nella categoria elettronica di iTunes al quarantottesimo posto.

D – Come ogni dj che si rispetti, sei attivo anche sul fronte remix, giusto?

R – Sì, ne ho realizzati alcuni relativi a brani di dj internazionali che sono andati piuttosto bene, come quello del dj-produttore olandese Oliver Heldens che arrivò secondo in un contest lanciato dalla casa discografica Spinnin’ Records. Lo stesso anno feci anche il remix di Good For You, brano della famosissima cantante statunitense Selena Gomez,che totalizzò ventimila ascolti su Soundcloud.

D – Il tuo nome d’arte non ha nulla a che fare con… Hendrix, nel senso di Jimi, corretto?

R – No… mi piaceva però l’idea di giocare con questa assonanza ed anche perchè, chiamandomi Andrea… era maggiormente riferibile a me.

 

D – Dove vivi attualmente?

R – A Milano. Spostarmi dal Veneto è stata una scelta sia legata alla strategicità di questa città nei confronti della musica ed anche per questioni di studio. Essendo laureato in Ingegneria Chimica a Padova, qui a Milano sto seguendo il corso di laurea magistrale al Politecnico.

D – Com’è stata la ripresa delle serate dopo il picco della pandemia?

R –  Guarda… a Vicenza i locali erano pieni ed anche a Milano abbiamo avuto due settimane “di fuoco” e tutto faceva sperare per un ripresa alla grande. Poi la guerra e la riduzione di turisti stranieri ha fatto tornare tutto il settore alla realtà dei problemi, coi quali è chiamato a fare i conti già da un po’.

D – Le tue serata come si svolgono? Che generi proponi nei tuoi set?

R – Innanzitutto dipende sempre dal locale, dalla sua clientela abituale e dall’atmosfera che emana. Comunque, per cercare di accontentate tutti i gusti, il mio set è costituito prevalentemente da una miscellanea di hip-hop, trap e reggaeton.

D – Ma il tuo genere peculiare, quello al quale ti senti più legato qual è?

R – Mi reputo abbastanza curioso e poliedrico da questo punto di vista, direi comunque house ed elettrornica

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