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La Calligaris cerca un altro record

La Calligaris cerca un altro record

La Caligaris cerca un altro record. Si potrebbe dire, con una battuta, che si tratta di una… “lieta novella”! A 50 anni dal suo primato, 8’52″973 negli 800 in vasca a Belgrado, l’ex nuotatrice e giornalista Novella Calligaris ne cerca un altro: onorare quel primato mondiale che stupì tutti con la traversata – naturalmente a nuoto – dello stretto di Messina, sfidando correnti e meduse.

La Caligaris cerca un altro record

La grande nuotatrice rappresenta una sorta di paradosso sportivo vivente: è allergica al cloro e, come quasi tutti i campioni di piscina, nutre una certa diffidenza per il mare! Il prossimo sabato si tufferà anche per promuovere l’immagine dell’Associazione Nazionale Atleti Olimpici e Azzurri d’Italia di cui è presidente. Non a caso ad accompagnarla in acqua ci sarà un olimpionico, Daniele Masala, un passato nelle giovanili del nuoto prima di passare al pentathlon. L’atleta padovan-romana si sta preparando ad affrontare questa prova con la tenacia che le è propria. Racconta agli amici di temere le meduse e di aver comprato anche una muta sbagliata (in un tessuto che assorbe acqua) che ha complicato la preparazione. Ma ora si sente prontissima. “Perfezionista come sono – ha rassicurato il suo entourage – ho fatto tutto per arrivare a posto all’appuntamento, certo che ce la farò”.

Quasi 70enne

A quasi settanta anni (ne compie 69 a dicembre) Novella, che con l’agonismo ha chiuso giovanissima ed ha affrontato le onde della vita con stile inimitabile, torna al nuoto. A giudicare da qualche immagine trapelata, la classe della bracciata risulta praticamente intatta. I 3.5 km che separano l’isola dalla terraferma potrebbero diventare materiale didattico e per un docufilm. In questi giorni Calligaris si allena direttamente sul ‘campo di gara’ siciliano con nuotate ripetute dai 1000 ai 1800 metri. Alternando il training con i ari impegni di rappresentanza sul luogo (l’associazione Azzurri d’Italia compie 75 anni): tutti la vogliono perchè quello scricciolo che mise paura alle Walchirie del nuoto mondiale si è stampato indelebilmente nell’immaginario collettivo degli sportivi italiani.

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