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Caso Epstein, il principe Andrea trova un accordo con l’accusatrice Virginia Giuffre: pagherà indennizzo

Caso Epstein, il principe Andrea trova un accordo con l’accusatrice Virginia Giuffre: pagherà indennizzo

LONDRA – Il principe Andrea se l’è cavata. Il figlio della regina Elisabetta ha raggiunto un accordo extra-giudiziale con la sua accusatrice Virginia Giuffre: questo vuol dire che Andrea non dovrà affrontare un processo in tribunale per violenza sessuale, una eventualità che rischiava di trascinare nel fango tutta la famiglia reale britannica. È una svolta a sorpresa nella vicenda che coinvolge il principe: Giuffre aveva detto in precedenza che non avrebbe accettato di ritirare la causa civile intentata contro Andrea in cambio di soldi, perché reclamava giustizia per sé e per le altre vittime di abusi sessuali. A sua volta i legali del principe avevano alzato la posta, chiedendo un processo pubblico davanti a una giuria con l’obiettivo di denigrare Giuffre e smontarne le accuse. Adesso invece le parti hanno annunciato di aver raggiunto un “accordo di principio”, il cui ammontare non è stato rivelato: di conseguenza, il procedimento legale sarà lasciato cadere. Andrea si è impegnato a fare una «sostanziosa donazione» a supporto delle vittime di abusi sessuali e ha lodato il «coraggio» di Virginia Giuffre, affermando di «non aver mai inteso» denigrarla.

La donna aveva denunciato il principe per stupro lo scorso agosto, sostenendo di essere stata violentata da lui oltre vent’anni fa, quando aveva solo 17 anni: Virginia era una delle ragazze vittime del magnate pedofilo Jeffrey Epstein e della sua amante e complice Ghislaine Maxwell. Andrea aveva sempre negato ogni accusa, sostenendo di non ricordare neppure di aver mai incontrato la sua presunta vittima. La clamorosa svolta nel caso avviene dopo che Giuffre aveva dovuto ammettere di non avere più con sé l’originale della celebre foto che la ritrae ragazzina abbracciata ad Andrea: i legali del principe avevano insinuato che l’immagine potesse essere un falso. Per di più, avevano fatto capire che la loro strategia processuale si sarebbe incentrata sul fatto che Giuffre era stata possibilmente lei stessa una reclutatrice di ragazzine per conto di Epstein e Maxwell, dunque complice nel traffico di minorenni a fini sessuali. Come che sia, la donna ha accettato di tornare nell’ombra in cambio di soldi.

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