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Il cinema italiano è in crisi totale: le sale sono vuote, crollano gli incassi

Il cinema italiano è in crisi totale: le sale sono vuote, crollano gli incassi

Mentre in Francia, Spagna, Gran Bretagna e nel resto d’Europa – terminato il lockdown  – il pubblico è tornato a vedere i film in sala, in Italia è crisi nera. Incassi crollati, sale vuote o addirittura con le saracinesche abbassate, con un drammatico -20% sul totale dei cinema sparsi per il nostro terriotorio. Il presidente dell’Anec Mario Lorini, che rappresenta gli esercenti lancia un appello: “Sono urgenti iniziative strutturali di sostegno, prima fra tutte la definizione ‘dinamica’ della finestra tra la distribuzione in sala e sulle piattaforme, 90 giorni potrebbe essere un primo fondamentale passo e poi c’è bisogno di una road map certa e condivisa sui passi da fare per cambiare rotta”.

Numeri che non possono essere ignorati

I cinema sono avamposti nei territori, sono luogo di socialità, luoghi  importanti per la ripartenza economica e vanno difesi. Ma la domanda che si fanno in molti è se siano ancora così centrali in un’epoca che in due anni ha visto uno stravolgimento delle abitudini con spettatori inchiodati al divano, prima per obbligo sanitario e ora per scelta. Lo spettatore è disorientato dall’offerta ridondante e rassicurante delle piattaforme.
Nel 2021 i dati non lasciano spazio agli equivoci: delle 353 uscite, 153 erano made in Italy e la quota di incassi intorno appena al 20%, concentrata solamente su 5 titoli di punta. Ma la contraddizione è un’altra: la produzione naviga col vento in poppa, con 900 progetti di film, dei quali solo il 30% ideati per le sale. Un segnale preciso arriva anche dalle serie, sperimentate già da volti cinematografici cole il duo Ficarra e Picone (in Incastrati) e i fratelli D’Innocenzo.

Alcune proposte concrete

Le idee sono tante: ingressi senza mascherina come già accade altrove, popcorn come appena deliberato (dal 10 marzo sarà nuovamente possibile consumare cibi e bevande in sala), promozioni per gli under 18, alfabetizzazione scolastica, nuovi spot  e multiprogrammazione. La sala ha bisogno di tornare cool (come è ora il teatro ad esempio), ma è una sorta di Squid Game, se non si riesce si muore… o perlomeno si accetta di non essere più il luogo centrale che abbiamo vissuto.

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