D’ora in poi farsi un bel piatto di pastasciutta sarà decisamente più caro

Il conflitto in Ucraina porterà con sé pesanti ricadute anche per la tavola e le tasche di noi italiani. Il balzo dei prezzi sui mercati mondiali delle materie prime alimentari si registra specialmente nelle quotazioni di grano e pasta. Quest’ultima potrebbe arrivare a costare il 30% in più rispetto allo scorso anno. Il prezzo del pane, cresciuto del 3,7% lo scorso mese, potrebbe subire aumenti del 10%. Considerando anche il costo di energia e gas alle stelle e dell’inflazione, si pensa che l’aumento di due beni di consumo primari per gli italiani come pane e pasta possano gonfiarsi fino ad arrivare a un 50% in più.
Il CAI (Consorzi Agrari d’Italia) segnala che le quotazioni di grano tenero sono “a livelli mai visti prima d’ora e le prime conseguenze potrebbero ricadere presto su consumatori e agricoltori”. L’ Ucraina, sottolinea Coldiretti, è al terzo posto come esportatore di grano a livello mondiale, la Russia al primo e, insieme, garantiscono circa un terzo del commercio mondiale. Dall’Ucraina arriva in Italia grano tenero per la produzione di pane e biscotti per una quota pari al 5% dell’import totale nazionale e una quantitativo di 107 mila tonnellate nei primi dieci mesi del 2021. Un valore quasi doppio rispetto a quello proveniente dalla Russia (44 mila tonnellate) dalla quale arriva anche il grano duro per la pasta (36 mila tonnellate).
L’Italia importa materie prime agricole a causa dei bassi compensi riconosciuti agli agricoltori – dichiara sempre Coldiretti – e molte industrie hanno preferito continuare ad acquistare per anni in modo speculativo sul mercato mondiale, anziché garantirsi gli approvvigionamenti con prodotto nazionale attraverso i contratti di filiera. Il risultato? D’ora in poi la pasta sarà sicuramente più “salata”… e non soltanto perchè avremo abbondato di sale nell’acqua che bolle.