Now Reading
Il ritorno di Karima… senza filtri (intervista esclusiva)

Il ritorno di Karima… senza filtri (intervista esclusiva)

Il ritorno di Karima… senza filtri (intervista esclusiva).

Quello che ti colpisce di Karima Ammar, a parte la voce (e che voce…) è la sua umanità. Come si dice… “una bella persona”, in un settore dove spesso capita di relazio- narsi con personaggi sopra le righe e ripiegati costantemente su loro stessi. Karima possiede un sorriso contagioso, con il quale sembra riuscire a conta- giare anche la sua espressione vocale: sentirla cantare mette di buon umore. Cosa non da poco.

Che parole useresti per raccontare il tuo ultimo album No Filter?

Direi che si tratta di un album di rinascita, per ricordare a tutti di accettarsi e mostrarsi come siamo, visto che per qualunque cosa, in questa vita, utilizziamo spessissimo dei “filtri”. Si tratta di un disco del quale vado molto fiera.

vero che è stato realizzato in soli due giorni? Con quale stato d’animo si affronta un lavoro con questi presupposti da “buona la prima”?

Un progetto di questo tipo si realizza con una grande preparazione alle spalle e tanta pre-produzione. Ogni musicista studia molto la propria parte e poi si assembla il tutto in studio Non nego che ci deve essere una notevola empatia tra le parti. Coi miei musicisti funziona tutto subito… o quasi. L’idea è stata proprio quel la di ottenere questo effetto per mantenere la verità e l’originalità del live, preservando la medesima emozione.

Con quale criterio hai selezionato le canzoni che interpreti nel disco? Essendo brani di artisti molti distanti fra loro, hai privilegiato la tua passione da ascoltatrice o l’amore per quelle specifiche canzoni? E già che ci siamo… c’è qualche altro brano che avresti inserito se il disco fosse stato doppio?!?

Ah ah ah!!! L’idea di fare un cd doppio c’era davvero, perchè i brani rimasti fuori sono davvero tanti. Vorrà dire che faremo un No Filter 2! La scelta è stata diversa per ogni brano, ho privilegiato brani che amo profondamente e che canto da anni. Ho scelto canzoni in cui mi sentivo di mettermi in gioco e che considero estremamente difficili, che mai avrei pensato di incidere in vita mia. Perchè le sfide mi piacciono troppo e credo che un artista, per conoscersi a fondo, debba necessariamente uscire dalla propria comfort zone e – come si dice – “metterci la faccia”, anche in brani nei quali non si sente “a casa”.

Dal tuo background, anche ai tempi dei tuoi esordi, è sempre risultata evidente la tua predisposizione naturale (direi… interiore) e il tuo amore per il soul e il jazz. Che cosa rappresentano per te, sia dal punto di vista professionale che da ascoltatrice?

La musica black è quella con cui sono nata e cresciuta. A volte mi sembra quasi di essere nata in America da quanto me la sento addosso… e da come il mio naturale approccio anche ai brani italiani appartenga a quella medesima matrice.

Che cosa ha significato lavorare con un “monumento” della canzone pop come Burt Bacharach?

Ha significato tantissimo nella mia carriera, diciamo che ne è stata la colonna portante. Per me si tratta del compositore, insieme al Maestro Ennio Morricone, più forte di tutti i tempi!

Tuo marito, oltre ad essere un ingegnere aerospaziale, da 30 anni insegna Yoga e Tai Chi. Quanto conta, per un artista, il controllo della propria mente?

Devo dire che avere un uomo accanto come lui rappresenta la mia salvezza! Come tutti gli artisti io sono un po “pazzerella” e lui mi aiuta a respirare quando serve e a fermarmi quando il mio corpo e la mia mente lo necessitano.

Che esperienze ti piacerebbe poter inserire nel tuo cv che non hai realizzato?

Un bel duetto con Stevie Wonder!

A tanti anni di distanza, come riassumeresti l’esperienza di Amici? Cosa rispondi a chi, parlando di talent, li definisce un elemento deleterio per la musica giovanile, in gradi solo di creare miti temporanei destinati all’oblio?

La mia esperienza ad Amici… la rifarei! Nonostante le varie difficoltà incontrate e la tensione vissuta per paura di uscire dalla trasmissione ogni santa settimana.. Ma assoluta- mente positiva! Mi ha fortificata, è stata molto importante per una ragazza di allora 20 anni. Per quanto riguarda invece la questione dei “miti temporanei”… io mi reputo della vecchia scuola. E sono una grande sognatrice, credo ancora nella favola del produttore che camminando per strada incontra il talento che suona la chitarra e canta sulla spiaggia, pensa un po’ come sono messa…

Hai seguito l’ultima edizione di Sanremo? Qual è il tuo parere? Che differenze trovi dalla tua edizione del 2009?

Beh.. non perchè è stata la mia edizione ma ai tempi ci furono momenti magici con Lelio Luttazzi, Burt Bacharach, Gino Paoli e Pino Daniele: momenti di musica vera! Ho comunque seguito le ultime edizione ed Amadeus, lui è davvero bravissimo e molto simpatico.

Dopo l’esperienza nel musical The Bodyguard, ti piacerebbe riapprocciare quel genere di spettacolo?

Un’esperienza splendida, che ripeterei. Anche se ho capito, una volta di più, che la mia vocazione è principalmente un’altra, nonostante The Bodyguard sia stato un successo. E nonostante la vittoria del premio Persefone come miglior attrice da musical. Essere una cantante da musical prevede un approccio completamente differente con la propria voce, con il proprio sentire ed anche nella relazione col pubblico. Credo che la forza sia riconoscere i propri limiti, io mi ritengo brava in altre realtà.  Anche se me la sono cavata, perchè in ogni cosa che faccio ci metto tutta me stessa ed anche di più.

Il ricordo più divertente e quello più doloroso del tuo personale lockdown?

Il più doloroso è che ho perso una persona cara… quello più divertente è che, per la prima volta, ho cucinato le lasagne!

Le difficoltà economiche create e ingigantite dalla pandemia hanno penalizzato anche il settore musicale, soprattutto quello dei concerti. La crisi delle vendite di dischi era già una concreta realtà anche prima del contagio. Che futuro vedi per la musica dalla tua posizione di “operatrice del settore”? C’è qualcosa che si potrebbe fare a cui non si è ancora pensato?

Io credo ancora nel supporto fisico e, a dimostrazione di ciò, lo scorso marzo No Filter è uscito anche in versione vinile. Il cloud mi spaventa perchè avere le cose, anche la musica, su una “nuvola” mi fa venire l’ansia! Spero che il mercato torni un po’ indietro, un ritorno massiccio al cd fisico, ai concerti live, all’emozione di attendere fuori dal proprio negozio di dischi di fiducia l’uscita di una novità del tuo artista preferito.

View Comments (0)

Leave a Reply

Your email address will not be published.

Scroll To Top