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Elvis trionfa al cinema… ma è pieno di errori!

Elvis trionfa al cinema… ma è pieno di errori!

Elvis trionfa al cinema… ma è pieno di errori! Lo sfavillante film, presentato a Cannes e diretto da Baz Lurhmann, sta avendo un grande successo ovunque. Racconta la vita del Re del rock’n’roll partendo proprio dall’inizio, concentrandosi soprattutto sull’infanzia povera, nell’unica famiglia bianca in un quartiere nero.

Il racconto del film in sintesi

Elvis Presley (Tupelo, 8/1/1935 – Memphis, 16/8/1977) è impersonato da Austin Butler (17/8/1991) che lo rende assolutamente magnetico ed affascinante. Molto meno ammaliante la figura del suo manager/scopritore/sfruttatore Colonnello Parker (interpretato , come al solito, da un Tom Hanks superbo). La pellicola racconta appunto l’incontro con lui e il successo repentino a 19 anni che ne seguì E poi il fatidico 1968: l’anno della crisi per il cantante, la sue rinascita e la ricaduta. In questi differenti contesti il filo conduttore è sempre il suo conflittuale rapporto con il manager Parker, assetato di soldi e senza scrupoli.

Elvis trionfa al cinema… ma è pieno di errori!

Fin qui tutto bene… anche se i veri appassionati della biografia di Elvis non hanno potuto non notare parecchi errori nella sceneggiatura. Licenze dettate dalla storia o svarioni in grande stile?

Nel film, Elvis bambino negli Anni ’40 ha un lampo giallo cucito sulla tuta di jeans consumata. È un falso assoluto. Infatti non esistono foto o testimonianze a riguardo. Si tratta di una libera “interpretazione” del regista, legata al fumetto preferito di Elvis, Captain Marvel jr (questo invece è un dettaglio vero), il cui simbolo era proprio un lampo… Come a dire che Elvis è stato il primo “supereroe reale della storia americana”…

Sopravvissuto al gemello, morto appena nato, Elvis in realtà non è cresciuto nel quartiere nero di Tupelo (Missouri) ma nelle sue vicinanze. Il padre era di origini gitane scozzesi, la madre di origine ebraica. Entrambi svolgevano lavori precari. La pellicola racconta 30 anni di storia americana, attraversata dal gigantesco mito Elvis. Se Tom Hanks è il Colonnello Parker, scopritore e manager, Olivia DeJonge impersona la moglie Priscilla. Nel suo rapporto con la comunità nera, il film racconta la verità quando ce lo mostra frequentare la chiesa e cantare nei cori gospel. Billy Stallings, esperto di Elvis Presley, ha sottolineato però che la comunità in realtà era molto più grande di quella del film e si chiamava Shake Rag.

Errore anche circa la sua prima incisione

Sempre nel film, la prima incisione per la Sun Records Elvis la fa mixando il gospel I’ll Fly Away e That’s All Right di Arthur Crudrup. Falso! Il 18 luglio del 1953, nella realtà, Elvis decise di registrare un disco, con l’intenzione di regalarlo alla madre, che in quel periodo era prossima al compimento degli anni. Il titolo del brano scelto per l’occasione fu quello di una vecchia ballata, il cui titolo era My Happiness.

Il vero incontro fra Elvis e il Colonnello

Il regista fa scoprire al Colonnello Parker un giovane Elvis mentre si esibisce, timido, sotto il tendone di un circo. E lo convince ad assumerlo come suo manager. In realtà il colonnello Parker faceva già il manager musicale e fu un suo assistente a convincerlo ad andare a sentire Elvis dopo averlo visto esibirsi lui per primo. Oltretutto nel film l’incontro tra i due è anticipato di un anno rispetto alla realtà storica!

Nella realtà la sua Priscilla la conobbe praticamente… bambina!

Sul grande schermo la sua futura moglie, Priscilla, in Germania, dove sta facendo il militare. Vero… peccato che all’epoca la donna aveva 14 anni, mentre l’attrice che la interpreta, Olivia DeJonge, ne ha 24! Insomma, il film appare come un ritratto libero e appassionato, coloratissimo e pieno di devozione… ma il suo scatenato autore Baz Luhrmann si è preso qualche libertà di troppo.

 

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