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Eredità Agnelli: una faccenda assai spinosa…

Eredità Agnelli: una faccenda assai spinosa…

Eredità contesa, gli avvocati di John Elkann contro Margherita Agnelli: “Da vent’anni perseguita i suoi figli”. I legali di John Elkann sostengono che le violazioni fiscali contestate al loro assistito siano “inesistenti”. Mostrandosi durissimi nei confronti della madre, da cui è partito l’esposto che ha portato all’indagine. Infatti è considerata come «del tutto insussistente» la violazione fiscale ipotizzata dalla Procura di Torino nel procedimento nato da un esposto di Margherita Agnelli. Attaccando la donna: «Da vent’anni perseguita i suoi figli».

Una nota congiunta che spiega tutto

Gli avvocati Paolo Siniscalchi, Federico Cecconi e Carlo Re passano al contrattacco. E, dopo la notizia dell’indagine a carico del loro assistito, diffondono una nota congiunta. Nella quale dichiarano che Margherita «perseguita da più di vent’anni e in tutte le sedi giudiziarie, facendo anche ampia pubblicità sulla stampa, i suoi genitori e tre dei suoi figli. Che non hanno altra responsabilità. Salvo quella di essere stati di essere stati gli unici ad aver assicurato alla nonna cura, assistenza e dedizione fino all’ultimo giorno. È quindi ovvio il dispiacere e il dolore personale per essere bersagli di accuse che hanno una simile provenienza».

La parola alla difesa

I legali precisano che «fino a questo momento tutte le iniziative di Margherita Agnelli non hanno avuto riconoscimento in alcuna sede giurisdizionale, sia essa penale o civile. La nuova vicenda giudiziaria ha essenzialmente la peculiarità che Margherita Agnelli non riveste la qualità di persona offesa dal reato essendo totalmente estranea all’interesse leso dalla contestazione per la quale si stanno svolgendo accertamenti. Si tratta, infatti, di una violazione fiscale, a nostro avviso del tutto insussistente per numerose ragioni di fatto e tecniche sulle quali non si entra perché le difese saranno svolte nelle sedi proprie».

La Agnelli indagata in passato

Tuttavia, ricordano sempre gli avvocati, «è opportuno rammentare che in passato, sempre nell’ambito delle azioni intraprese dopo la morte dell’Avvocato Agnelli, anche Margherita Agnelli era stata indagata, in concorso con il suo allora avvocato svizzero, per un tentativo di estorsione denunciato dall’avvocato Gamna, il quale aveva lamentato di aver subito forti pressioni per indurlo a rendere dichiarazioni a lei favorevoli nell’ambito della causa successoria, minacciando altrimenti una denuncia per evasione fiscale. Tale procedimento si è poi concluso con l’archiviazione. L’assunzione della qualità di indagato ha dunque ben scarso significato ed anche dal punto di vista tecnico non costituisce neppure un carico pendente. Ben più importante è la certezza di essersi comportati correttamente. Avendo la consapevolezza di non aver mai alterato i fatti in riferimento alla residenza di Donna Marella».

La sua vita non è cambiata in vedovanza

Per quanto attiene alla residenza della vedova dell’avvocato Gianni Agnelli «è noto a tutti che Donna Marella risiedeva abitualmente all’estero sin dagli anni settanta ed ha mantenuto le sue abitudini di vita inalterate anche dopo essere rimasta vedova. Ed è noto anche a Margherita Agnelli e a i suoi legali che per anni, in tutti gli atti giudiziari, anche dopo la scomparsa di Donna Marella, hanno sempre indicato e confermato che Donna Marella era domiciliata in Svizzera. Del resto la difesa dell’Ing. Elkann sta svolgendo ogni opportuno approfondimento per dimostrare la calunniosità delle accuse rivolte da Margherita Agnelli a suo figlio».

Sempre secondo i tre avvocati, le iniziative di Margherita «hanno lo scopo di disconoscere sia le chiare volontà dell’avvocato Giovanni Agnelli prima e di Donna Marella Caracciolo dopo sia, addirittura, gli stessi accordi sottoscritti dalla medesima Margherita Agnelli con la madre Marella nel 2004, accordi che le hanno permesso di beneficiare di un ingente patrimonio a valere sull’eredità del padre».

Aggiungendo anche ulteriori particolari: «È utile sottolineare che Margherita Agnelli, ritenendo evidentemente incerta la sorte delle attività imprenditoriali di suo figlio e della sua famiglia d’origine, ha deciso nel 2004 di monetizzare la sua parte. Salvo poi cercare paradossalmente di beneficiare di un accrescimento patrimoniale ulteriore derivante dal successo del piano di rilancio della Fiat. Al quale non ha contribuito in alcun modo, ma di cui, come madre, dovrebbe gioire ed essere orgogliosa essendone stato il figlio l’artefice principale». Non solo: «Il metodo e gli obiettivi di Margherita Agnelli sono quindi sempre gli stessi: contesta tutto, arriva perfino a rinnegare gli accordi sottoscritti pur di non riconoscere le volontà dei suoi genitori, che anzi sono stati i primi ad essere accusati di condotte penalmente, civilmente e moralmente illecite».

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