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Verona, leggendaria e misteriosa: forse tu non sai che…

Verona, leggendaria e misteriosa: forse tu non sai che…

Verona è una splendida città, ricchissima di storie e di bellezze artistiche ma anche di leggende e misteri. Tanto per fare un esempio… alcuni anziani veronesi sostengono che sotto Castel San Pietro esista un dedalo di strani cunicoli risalenti al neolitico, mentre altre giurano che la città affondi le sue radici nell’esoterismo. Fra le tante cose che è possibile appressare, godendo anche di un’ottima enogastronomia locale, ci sono tre simboli che non è possibile escludere da una visita in loco: l’Arena, il balcone di Giulietta e, in periodo carnevalesco, la sfilata guidata dal “papà del gnoco”. Eccovi alcune cose che forse non conoscete circa questi tre simboli della città

L’Arena satanica

Esiste una leggenda bizzarra sulla costruzione dell’anfiteatro veronese, famoso in tutto il mondo grazie alla sua tradizione lirica. Ci troviamo nel Medioevo, un gentiluomo veronese condannato a morte aspetta le prima luci dell’alba, quando verrà giustiziato. L’uomo è solo nella cella, non ci è dato sapere per quale reato (ma vita la condanna deve essere molto gravo), disperato e terrorizzato all’idea di perdere la vita. Si mette ad urlare così forte da scomodare il diavolo in persona, che si materializza nella sua cella con una promessa di salvezza: regalare alla città  un imponente teatro in grado di ospitare eventi e manifestazioni, in cambio della libertà dell’uomo. Prendendosi il merito della costruzione dell’anfiteatro il condannato potrà avere salva la vita ma, il prezzo da pagare è alto: il diavolo gli ruberà l’anima. L’uomo, disperato, non può che accettare. Durante la notte un esercito di demoni si riversa nella piazza principale di Verona, iniziando la costruzione dell’opera. Il condannato alla vista delle creature demoniache – e all’idea di diventare uno di essi – si pente amaramente del patto anzitempo stipulato e prega la Vergine Maria perché lo liberi da quel contratto. L’opera nel frattempo è quasi terminata quando, ad un tratto, le campane di una chiesa iniziarono a suonare le note dell’Angelus: Maria aveva accolto la preghiera del condannato. I diavoli si spaventano e fuggono via prima di poter terminare l’Arena, sprofondando nelle tenebre. Il condannato, avendo fornito alla città di Verona un teatro meraviglioso, viene comunque dichiarato libero.

 

Quel famoso (e finto) balcone

Basta recarsi in via Cappello ed entrare in un passaggio con pareti ricoperte da bigliettini d’amore, firme e frasi di innamorati di passaggio. Si entra quindi in un cortile dove il celebre balcone di Giulietta Capuleti fa bella mostra di sé sulla facciata dell’annesso edificio trecentesco. Peccato solo che si tratti di un… falso! Le case dei Capuleti infatti non si trovavano qui ma nei pressi dell’argine del fiume Adige. All’inizio del ‘900 furono compiuti dei lavori importanti per evitare le esondazioni del fiume, demolendo alcune case medievali che impedivano la costruzione dei nuovi argini. Dalle rovine di questi edifici fu salvato un piccolo balconcino di epoca gotica; l’allora direttore dei musei civici Antonio Avena lo fece mettere nel cortile della casa torre della famiglia Cappello, appena acquistata dal comune di Verona per trasformarla in un museo: nacque così il balcone di Giulietta!

Per celebrare la rinascita della casa dei Capuleti venne commissionata una statua da inserire nel cortile interno: nel 1969 ecco che nasce la statua di Giulietta, realizzata dallo sculture Nereo Constantini su richiesta del Lions Club di Verona. Non si sa bene perchè, da quel momento si sparse la voce che la statua porti fortuna ai turisti e, soprattutto, alle coppie di innamorati in visita al balcone di Giulietta. Per assicurarsela serve un gesto preciso: toccare il petto della statua di Giulietta!

Il Carnevale del “papà del gnoco”

Il carnevale di Verona è uno dei più antichi e colorati d’Italia, risalendo all’età medievale. Una delle caratteristiche distintive è la sua maschera tipica: il papà del gnoco che, in città, rappresenta davvero un’istituzione. Ogni anno la cittadinanza è coinvolta nell’elezione del nuovo papà del gnoco con una votazione in piena regola. Ma chi è davvero il papà del gnoco ?

La leggenda narra che tutto inizia nel 1531. In quel periodo una grave carestia colpisce Verona e, in particolare, la zona di San Zeno. Col prezzo della farina che cresce enormemente, la maggior parte della popolazione povera rischia di morire di fame. A quel punto interviene Tommaso da Vico, uomo facoltoso che riesce a mettere insieme abbastanza denaro da acquistare una quantità di farina sufficiente a sfamare tutti i poveri di Verona. La farina doveva servire alla preparazione degli gnocchi, piatto della cultura veronese semplice e tradizionalmente povero. L’aspetto curioso, però, si nasconde nel (presunto) testamento siglato dal nobile: da Vico avrebbe lasciato una grande somma di denaro alla popolazione di San Zeno, in modo da assicurare che ogni anno, durante il venerdì grasso, venissero distribuiti loro gnocchi e vino a volontà. Da tutto questo nasce il papà del gnoco!

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