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Ilona Staller: “Mi sento una specie di John Lennon in gonnella”

Ilona Staller: “Mi sento una specie di John Lennon in gonnella”

Parlare con Ilona Staller – al secolo Elena Anna Staller – è sempre un’esperienza piacevole, per noi maschietti non più giovani… è come ritrovare un’amica di lunga data, che ci ha tenuto tanta compagnia anni addietro. Nel 2010, per la realizzazione del mio libro Casta Diva, dedicato a Moana Pozzi, ebbi modo di incontrarla e di intervistarla a lungo. Oggi, a dodici anni di distanza, Ilona è una 70enne sempre estremamente disponibile, animata da una costante voglia di raccontarsi, parlando al Corriere della Sera di chi fosse prima di diventare famosa come Cicciolina. Parla del l’abbandono da parte del padre, quando lei aveva appena tre anni. Degli amori (quelli veri, non quelli consumati sul set), della sua vita e del figlio Ludwig Maximillian Koons, nato nel 1992.

Gli esordi come cameriera, in seguito modella

Il padre Laszlo, che lei definisce “un gran donnaiolo, con una voce bellissima”, la abbandonò con la madre all’età di tre anni. Da allora lo ha rivisto una volta sola, quando era adolescente. Il primo marito di origini calabresi, Salvatore, faceva, impiegato in un’agenzia di viaggi: “Lo conobbi a Budapest al Continental, dove lavoravo come cameriera. Io avevo vent’anni, lui venticinque più di me. Prima delle nozze cambiai idea e gettai l’anello sulla neve, ma il mio patrigno mi costrinse a sposarlo lo stesso, altrimenti sarebbe stata una vergogna. Andai a vivere con lui a Milano, vicino alla Stazione Centrale, in un abbaino dove non c’era nemmeno il posto per fare la doccia. Mangiavamo pastasciutta tutti i giorni perché non potevamo permetterci la carne. Allora cominciai a lavorare come modella: con il mio book sottobraccio e una cartina in mano andavo a fare i provini. Dopo un anno gli dissi che volevo divorziare. Lui disse bene, purché paghi tu l’avvocato”.

La svolta dall’incontro con Riccardo Schicchi

Successivamente arrivò nella mia vita Andrea, “un playboy con la Jaguar bordeaux che avevo conosciuto a Roma quando mi ero trasferita. Volevo un figlio da lui, ma invece mi tradì con la mia migliore amica”. Riccardo Schicchi, il “re del porno”, scoprì il suo talento erotico insieme a quello di Moana Pozzi e Eva Henger che in seguito diventò sua moglia: “Siamo stati insieme dal ‘74 all’88, ma non voleva che lo dicessi per non deludere i fan. Fu lui a cercarmi, lasciandomi sei messaggi in segreteria telefonica, dandomi il suo numero, anche se io non lo richiamai. Poi una sera, mentre portavo a spasso il mio cagnolino Bubu, me lo trovai sotto casa. Passeggiammo, in seguito mi fece conoscere il direttore di Playmen, Luciano Oppo, con il quale in seguito avrei realizzato otto copertine. Da quel momento è cominciato ad arrivare tanto lavoro, comprai un attico sulla Cassia, quello dove vivo ancora adesso, e lui il superattico, che ho ricomprato io”.

Il rapporto con l’artista Jeff Koons e la scoperta del suo passato da parte del figlio

Con Jeff Koons all’inizio fu diverso dai rapporti precedenti: “Appena lo vidi dissi: ‘Con questo farò un figlio’. E il 29 ottobre 1992 nacque Ludwig”, un artista, come il padre, anche se con lui si trattò di una relazione disastrosa. Quando l’ho lasciato ero ancora innamorata ma non potevo fare altrimenti, mi ha fatto cose tremende”.

La scoperta del suo passato da parte del figlio

È a scuola che il figlio Ludwig ha scoperto i dettagli del passato della madre: “Sono stati alcuni compagni di classe che gli hanno mostrato dei video. Io tentavo di non raccontarlo. Gli dicevo che ero stata un certo tipo di modella. Lui mi disse che ne aveva guardato solo uno, dove peraltro c’era un’attrice che usava il mio nome, non ero io”. Ilona cuore di mamma, per il figlio ha parole cariche di amore: “E’ molto affettuoso, simpatico e bello. Ha i miei occhi. Mi dispiace che suo padre lo faccia soffrire: da poco è stato a Firenze per lavoro e non lo ha nemmeno invitato a raggiungerlo”.

Una paladina della libertà sessuale

Ilona si dice orgogliosa di “aver spostato il comune senso del pudore, di aver sdoganato tanti tabù. Il che non è stato indolore: ho ricevuto cinquanta denunce per atti osceni in luogo pubblico. Una volta in una discoteca del Sud Italia crollarono i controsoffitti ai quali si erano appese le persone pur di vedermi. Fui accusata anche per quello, e non ero nemmeno arrivata!”. E non si immagina assolutamente di finire all’Inferno: “Probabilmente in Paradiso, perché il sesso non è peccato, è bello, piacevole. Amo la democrazia e la libertà, sono pacifista. Sono come John Lennon, in gonnella”.

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