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Gianni Celeste e il successo su Tik Tok di “Povero gabbiano” dopo 30 anni: “Non so usare i social, tutto merito di mio figlio”

Gianni Celeste e il successo su Tik Tok di “Povero gabbiano” dopo 30 anni: “Non so usare i social, tutto merito di mio figlio”

“Devo il successo su Tik Tok a mio figlio Filippo, io non sono neanche come funzionano i social”. Gianni Celeste, 57 anni cantante neomelodico catanese che sin dagli esordi canta in napoletano, è diventato suo malgrado una star del web grazie al figlio Filippo Grasso, 27 anni e suo manager e fonico, che lo ha iscritto un paio di anni fa su Tik Tok. E  a due fan palermitani che hanno realizzato una decina di giorni fa un video con una sua canzone di 34 anni fa “Tu comm’ a mme” che nel ritornello recita: “Povero gabbiano, hai perduto la compagna”. Il pezzo è diventato virale. Un brano romantico del quale i giovani vanno matti su Tik Tok, un vero tormentone, è tra i trends più ascoltati solo dopo i vincitori di Sanremo Mahmood e Blanco, ha ricevuto l’ambita etichetta “popolare” sul social musicale amato dalla Generazione Z.

Gianni Celeste, le fa piacere tutto questo successo, è secondo solo ai vincitori di Sanremo Mahmood e Blanco?
Devo dirle la verità, io di social non ci capisco nulla, mi ha scritto mio figlio, io non so neanche pubblicare. Certo che mi fa piacere. La canzone è del 1988, allora già ebbe successo, ma un successo diverso, nascosto, tra piazze e borgate, ora mi chiamano tutti, tv, giornalisti, i giovani mi ascoltano. Non me lo sarei mai aspettato…

Ribatezzata dal web, “Povero Gabbiano” è una canzone romantica. I ragazzi si scambiano su Instagram storie con clip ironiche e il sottofondo della canzone. Le dà fastidio?
Affatto, come dice il detto: parlate, parlate, basta che se ne parli.  Certo un po’ mi stupisce che una storia triste, d’amore possa diventare ironica, ma va bene così. Tra qualche settimana lancerò anche una nuova versione del brano con un nuovo arrangiamento. Quando ho pubblicato il brano nel 1988 nel mio disco era già molto apprezzato dai miei fan, ora ha un pubblico diverso e sono contento sia arrivata ai coetanei di mio figlio che fino a pochi giorni fa non mi conoscevano. Mi ascoltavano i loro nonni e genitori, ora mi ascoltano anche i ragazzini.

Su Facebook è arrivato a 403mila follower, sono tanti. Lei però è abituato a questo successo…
Negli anni Novanta facevo centinaia di concerti, a Palermo i fan mi lanciavano oggetti d’oro, ora è solo cambiato il luogo, mi ascoltano sul web, ma il successo dura nel tempo. Ripeto è mio figlio l’artefice di tutto, io penso a scrivere le canzoni, ad andare in sala di registrazione e ad incidere al resto ci pensa lui. Lavora come me come fonico da quando aveva 17 anni.

Ha fatto una canzone con Clementino nel 2016, a chi devono questo sdoganamento?
Sicuramente a Gigi D’Alessio, c’è chi ci ha sempre ascoltato, ma di nascosto, ora ci ascoltano tutti, Gigi D’Alessio ha avuto il merito di portare la musica neomelodica anche negli ambienti borghesi. Nel mio cuore comunque ci sono sempre Mario Trevi che ascoltavo da bambino a Catania e Nino D’Angelo, il primo ad aver sdoganato la musica napoletana neomelodica. Vorrei tanto duettare con lui.

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