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Venezia, niente sexy shop vicino al ponte di Rialto

Venezia, niente sexy shop vicino al ponte di Rialto

Venezia

Venezia, niente sexy shop vicino al ponte di Rialto.  Sarà pure la città natale del seduttore Giacomo Casanova,, ma senza esagerare: di sicuro il fascino delle avventure romantiche di questo incredibile personaggio storico si fonde sensualmente con l’alone di mistero che avvolge la meta turistica lagunare. Ma che cittadini e turisti passeggino per San Marco contemplando tra le vetrine oggetti erotici esposti in bella vista non rientra nei piani decoro del Comune.

I piani del Comune per salvaguardare il decoro urbano

«Non ce l’abbiamo con il sexy shop – spiega l’assessore al Commercio e alle Attività Produttive Sebastiano Costalonga. – Il nostro obiettivo non è nemmeno bloccare le aperture, se un’attività rispetta i criteri di decoro che abbiamo stabilito e vende prodotti in linea con la natura culturale della zona può aprire tranquillamente». La norma che ha bloccato la richiesta del sexy shop trevigiano è la cosiddetta delibera «anti paccottiglia», varata lo scorso 3 maggio.

Un sexy shop di Treviso

A provarci è stato un sexy shop di Treviso, con molti punti vendita nel Veneto, che aveva fatto richiesta per una nuova apertura in sestiere San Marco, vicino a campo San Bortolomio. L’idea che proprio ai piedi del Ponte di Rialto aprisse un negozio che non rispetta i codici del decoro ha portato uffici del Comune di Venezia a respingere la scia della società trevigiana.

Il ricorso della società

La società trevigiana avrebbe però intenzione di fare ricorso perché il Comune accetti la sua apertura. Perché infatti in quelle zone di Venezia continuano a vedersi negozi di intimo di lusso e costumi satirici con forme falliche? «Perché la delibera non è retroattiva, ma blocca le nuove aperture. È giusto che la società faccia ricorso, ma siamo sicuri che non servirà – spiega l’assessore Costalonga. – Quando l’abbiamo preparata eravamo sicuri che ci sarebbero stati ricorsi. L’abbiamo fatto coinvolgendo tutte le associazioni di categoria e ricevendone il plauso. La delibera è stata approvata all’unanimità. Ben vengano i ricorsi, e bene che le società debbano passare dal comune perché sia verificato di cosa si occupino. Così evitiamo le chiusure».

Una norma che riguarda la parte storica

«La città stava andando allo sfascio. Siamo fieri di aver messo in atto la prima norma del genere in tutta Italia – spiega Costalonga. – Molte città storiche italiane, tra cui Firenze, ci hanno contattato per fare la stessa cosa. L’aspettavamo da anni, ora vedremo se i ricorsi la scalfiranno. Il sexy shop può tranquillamente aprire in qualsiasi altra zona di Venezia».

 

 

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