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Piero Pelù da choc: suicida in bagno, citando Jean-Paul Marat

Piero Pelù da choc: suicida in bagno, citando Jean-Paul Marat

Piero Pelù: suicidio in bagno, citando Jean-Paul Marat. Fino al 22 ottobre a Milano, presso la Cineteca MIC (in Viale Fulvio Testi 121 – ingresso libero – chiuso ad agosto) è visitabile un’installazione sorprendente. E’ stata intitolata Piero Pelù/Marat, un tableau vivant, a dire il vero totalmente esanime e ben poco vivant! Da un punto di vista dell’ispirazione, l’opera nasce da un’idea di Cineteca Milano e dalla creatività di Leonardo Cruciano, effettista italiano famoso per la sua attività in campo cinematografico e televisivo. Un Piero Pelù in una versione inedita e satiricamente funerea, che utilizza una delle riproduzioni del rocker fiorentino utilizzate nella divertente commedia nera I Cassamortari di Claudio Amendola (2021). In particolare l’ispirazione proviene dal celebre dipinto di Jacques-Louis David La morte di Marat (1793). Piero Pelù, adagiato in una vasca. Morto.

Piero Pelù: suicidio in bagno, citando Jean-Paul Marat

Soprattutto l‘istallazione è arricchita dall’esposizione dei fotogrammi più suggestivi dei film che si ispirano all’illustre opera neoclassica. Un allestimento che inserisce Pelù/Marat in una catena cinematografica di rilettura del personaggio nella storia dell’arte. Partendo dai fratelli Lumière e concludendosi con Lady Gaga/Marat di Robert Wilson, passando per Napoléon di Abel Gance e altri titoli. La mostra è l’occasione per ospitare una rassegna cinematografica, composta sia dai grandi film che citano il dipinto di David, come Il ventre dell’architetto di Peter Greenaway, Marat/Sade di Peter Brook, A proposito di Schmidt di Alexander Payne, Il Padrino di Francis Ford Coppola. Ed anche dai film che raccontano la vicenda di Marat da un punto di vista storico, come il Danton di Andrzej Wajda.

Nel film il rocker riesumato per l’omaggio da parte dei fan

Nel film di Amendola, il cantante muore, viene riesumato diverse volte e per diverse volte viene truccato e plastificato, per esporlo al tributo dei fan. Infatti l’opera è uno dei due manichini usati nel film, estremamente fedele e naturale.

Un’opera con rimandi dadaisti

“L’istallazione” dichiara Matteo Pavesi, direttore di Cineteca Milano “ha molto a che fare con i ready-made di dadaista memoria. Un oggetto che, estrapolato dal suo contesto quotidiano, assume un altro significato e un’altra funzione. Talvolta trasformandosi concettualmente in un’opera d’arte. Il nostro Pelù è un dummy iperrealista. Soprattutto con i costumi e le scenografie ispirate al capolavoro di David, l’opera cambia funzione diventando a sua volta lettura e interpretazione contemporanea e ironica di un quadro classico, inserendosi in una storia del cinema citazionista”.

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