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Anuptafobia: essere single non è da ‘sfigati’

Anuptafobia: essere single non è da ‘sfigati’

Anuptafobia: essere single non è da 'sfigati'

Anuptafobia: essere single non è da ‘sfigati’. Nella vita di ognuno di noi può capitare di essere soli e, ad un certo punto, l’essere single può rappresentare una scelta precisa. Accettare l’idea che non essere ‘in coppia’ non è necessariamente una condizione negativa, la cosa importante è un’altra: vivere bene co se stessi.

Anuptafobia: essere single non è da 'sfigati'

Un po’ quello che accade in certi ambienti per una donna senza figli, vivere da soli è una condizione che può dar luogo ad un vero e proprio single shaming, come fosse una vergogna non avere un convivente fisso. Per chi non dispone di una precisa autostima la cosa può scatenare un dramma interiore cui si reagisce in modo a volte anche ossessivo.

Cambiare il modo di percepire la solitudine, saper stare da soli, è una consapevolezza importante da raggiungere. Anche per evitare che diventi una sofferenza, che si trasformi in anuptafobia, una paura che si accentua in alcune situazioni, durante le feste o specialmente per San Valentino. Se per molte coppie il 14 febbraio è una bella occasione per festeggiare, per chi è single può essere un giorno problematico.

L’etimologia della parola

La parola anuptafobia deriva dal greco “anupta”, che significa “mancanza di nozze”, e “fobia”, che indica invece la paura. Chi soffre di anuptafobia vive il timore di rimanere single non come “semplice” insoddisfazione o scontentezza, ma come una paura smisurata e persistente nel tempo.

Anuptafobia: essere single non è da 'sfigati'

La paura di non essere in due

Per paura di rimanere soli, i soggetti anuptafobici tendono a instaurare una relazione dietro l’altra o ricercare volutamente rapporti anche se insoddisfacenti. La paura di non avere un partner subentra soprattutto tra coloro che hanno una scarsa autostima o tra le personalità più dipendenti dagli altri, profondamente condizionate da modelli educativi e/o sociali in cui il coronamento amoroso rappresenta l’unico vero strumento per la realizzazione di sé.

Una fobia che stimola comportamenti anche ossessivi

Le persone anuptafobiche pensano che sia inutile distrarsi o dedicarsi a esperienze rivolte a procurare benessere e divertimento fine a se stesso. Tendono adottare alcuni specifici comportamenti: ricercano in maniera ossessiva un partner; sono più inclini al flirt e alle avventure; vivono un maggior numero di storie con la speranza di incontrare la persona giusta; si accontentano di un partner non adatto o inappropriato pur di non chiudere una relazione.

I vantaggi di una scelta consapevole

Sapere stare da soli e dedicare del tempo a noi stessi, può rappresentare un’importante opportunità di crescita, oltre che un’occasione per conoscerci meglio. Alcune ricerche scientifiche hanno inoltre dimostrato che quando il non essere in coppia diventa una scelta, questa può portare notevoli vantaggi:
1) Aiuta ad amplificare le emozioni. Imparando a convivere con le proprie emozioni, senza rifuggire da esse, impariamo anche a gestire con maggiore calma e tranquillità la nostra gamma di emozioni.
2) Porta maggiore coscienza di sé, indagando lucidamente sugli stimoli, i bisogni e le ragioni che motivano il nostro agire.
3) Incrementa la creatività. Ritagliarsi del tempo per sé significa quindi poter dare libero sfogo alla propria creatività e coltivare le proprie inclinazioni artistiche.
4) Riduce l’ansia, diminuendo lo stress, l’irritabilità e l’ansia sociale derivante dalle relazioni esterne.
5) Rende più predisposti all’ascolto. Una maggiore consapevolezza di sé si traduce in una maggiore comprensione dell’altro. La solitudine amplifica la nostra empatia e ci rende più predisposti all’ascolto degli altri, oltre che più aperti nei loro confronti… cosa che migliora le nostre relazioni e ci permette di creare nuovi legami.

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